Salute

Vaccini, crescono le coperture. Importanti prevenzione e corretta informazione

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Dopo l’entrata in vigore della legge che ha portato il numero delle vaccinazioni obbligatorie da 4 a 10 (estendendo l'obbligo a vaccinazioni raccomandate già presenti in calendario dal 1999), sale in Italia il numero delle coperture vaccinali dei bambini. Secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2017 la percentuale del vaccino esavalente (il vaccino unico che viene in genere somministrato entro il primo anno di vita e che protegge da difterite, tetano, pertosse acellulare, poliomielite, epatite B ed haemophilus influenzae di tipo B) arriva al 94,5%, vicina alla "immunità di gregge" prescritta dall'OMS.

In particolare si registra un aumento dell'1,21% della copertura vaccinale a 24 mesi (relativa ai bambini nati nel 2015) per la polio ciclo di base a 3 dosi nell'esavalente (94,54%, con 11 regioni che superano il 95%) e un aumento del 4,42% sulla copertura per la prima dose di vaccino contro il morbillo. Aumentano anche le coperture nei confronti delle vaccinazioni non obbligatorie (l'anti-pneumococcica passa da 88,4% nel 2016 a 90,84% nel 2017, l'anti-meningococcica C da 80,7% a 83,06%), mentre il trend generale positivo è confermato anche dalle coperture vaccinali nazionali a 36 mesi (i bambini della coorte di nascita 2014 che erano inadempiente alla rilevazione vaccinale dell'anno precedente e che sono stati recuperati, se pur in ritardo) che mostrano valori più alti rispetto a quelle rilevate per la medesima coorte di nascita a 24 mesi l'anno precedente: si rileva un +1,72% per la copertura vaccinale anti-polio (da 93,33% rilevato nel 2016 a 24 mesi a 95,05% a 36 mesi); +5,12% per il morbillo (da 87,26% a 92,38%); anche le altre vaccinazioni obbligatorie superano il 95% (con l'eccezione, se pur per pochi punti decimali, di anti-epatite B e anti-Haemophilus influenzae B).

«Siamo soddisfatti, la legge sta raggiungendo il suo obiettivo, ma il problema non è risolto: la battaglia contro le fake news continua, è una battaglia mondiale che vede scienza e politica alleate per promuovere la cultura vaccinale e della prevenzione» – commenta il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, e aggiunge: «Dobbiamo raggiungere ovunque il 95% di copertura sugli 0/6 anni e alzare le percentuali per i 6/16 anni, altrimenti restiamo a rischio. Non abbiamo risolto, stiamo raggiungendo gli obiettivi: avremo risolto quando non avremo più casi nè morti. L'arma principale è la prevenzione, serve un grande lavoro di prevenzione a prescindere dall'obbligatorietà della legge, così come è importante la vaccinazione degli anziani e quella in gravidanza».

La prevenzione è importante, ma deve essere accompagnata da una corretta informazione tramite il web e i principali canali social. Grazie a questi strumenti è possibile rafforzare il rapporto fiduciario e duraturo tra il pediatra di famiglia e i genitori e bambini residenti nel nostro Paese. È questo il messaggio lanciato dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) in occasione della Settimana Europea delle vaccinazioni che si tiene dal 23 al 29 aprile 2018. La Federazione, puntando sulla comunicazione con le famiglie, ha deciso di incrementare sui social network le informazioni e le risposte alle domande dei genitori sui temi legati alle vaccinazioni. «Abbiamo sviluppato progetti anche attraverso l'uso della Rete e dei social – afferma il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale FIMP – Ne sono un esempio la pagina Facebook FIMPrevenzione, il Progetto bfree (www.progettobfree.it) e l'App MyPED, disponibile per IOS e Android, dove periodicamente i Pediatri di Famiglia inviano informazioni e rispondono ai dubbi dei genitori sulle vaccinazioni. Questi strumenti informativi, sono ampiamente utilizzati per la gestione delle più comuni necessità pediatriche del proprio bimbo».

Il web quindi, se usato in modo corretto, rappresenta una preziosa risorsa. «Per questo vogliamo essere sempre più presenti sulla Rete, perché è proprio in questo "luogo" che nascono, crescono e si diffondono assurdi stereotipi, privi di ogni fondamento scientifico, verso i vaccini» – conclude Biasci.

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