Il 14 giugno 2018 non sarà ricordato come un grande giorno per l’Italia pallonara. Inizia oggi il primo mondiale di calcio senza la nazionale azzurra, non accadeva da Svezia 1958. Le 64 partite, che decideranno quale squadra alzerà la coppa più ambita da ogni calciatore, si giocheranno in Russia per la prima volta nella storia del calcio. La scelta della Russia (così come quella del Qatar per i mondiali del 2022) non è stata esente da critiche e polemiche, compreso il caso di corruzione che ha coinvolto l’ex presidente della Fifa Sepp Blatter che, nel 2015, fu costretto a lasciare il posto a Gianni Infantino.
Si parte oggi alle 17 (ora italiana) con i padroni di casa della Russia che sfideranno l’Arabia Saudita allo Stadio Lužniki (ex Lenin) di Mosca davanti a circa 80 mila tifosi festanti. Intanto la capitale russa è stata invasa da una folla danzante proveniente da tutto il mondo, con i tifosi sudamericani che hanno letteralmente “occupato” (in modo totalmente pacifico) la Piazza Rossa a suon di balli e canti carnevaleschi.
Sarà sicuramente un mondiale unico per le implicazioni economiche e geopolitiche che porta con sé: i rapporti tesi con la Gran Bretagna, i casi di corruzione e il coinvolgimento in numerosi scandali internazionali hanno reso Mosca più isolata nel panorama internazionale. Il calcio punta a essere, quindi, un modo per avvicinare o consolidare rapporti a livello internazionale. Lo testimonia il clima di accoglienza della popolazione russa e la spesa di oltre 10 miliardi di dollari del governo per modernizzare città e stadi che ospiteranno la competizione. Il livello di sicurezza che si respira nelle città (poliziotti, esercito e controlli a tappeto nei principali luoghi di attrazione e di aggregazione dei tifosi) è altissimo, nulla è lasciato al caso per evitare non solo possibili attacchi terroristici o scontri fra tifosi, ma anche manifestazioni di protesta contro Putin (non esente da colpe riguardo il rispetto dei diritti umani) che avrebbero un eco globale vista la portata dell’evento.
Nonostante il calo degli introiti (dagli 1,6 miliardi di Brasile 2014 a 1,4 di Russia 2018) aumenta il valore complessivo della competizione grazie all’entrata di nuovi sponsor della Fifa provenienti dal mercato asiatico. Un micromondo che gira intorno al calcio, ma che rispetta le dinamiche economiche e geopolitiche del mondo attuale.
Passando, invece, alle “cose di campo” saranno 32 le squadre che si giocheranno la coppa con Brasile, Argentina, Germania, Spagna e Francia a recitare la parte delle favorite. Tanti i campioni che scenderanno in campo: da Messi a Cristiano Ronaldo, da Neymar a Pogbà che si sfideranno sul campo per vincere la coppa e fuori dal campo per il “trofeo” di più seguito sui social.
Novità anche a livello regolamentare con l’introduzione della Var (Video Assistant Referee) che darà una mano ai fischietti che arbitreranno le partite. Una piccola rivoluzione a cui i giocatori provenienti dal campionato italiano sono già abituati dopo l’anno di prova avvenuto nella Serie A appena terminata.
Un evento unico che va al di là del semplice sport che gli sportivi italiani vivranno con un pizzico di malinconia vista la mancata qualificazione degli azzurri.