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Quirinale: nuovo giro di consultazioni, rischio fumata nera

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È previsto per giovedì mattina l’avvio del secondo giro di consultazioni al Quirinale. Il Presidente della Repubblica riceverà i gruppi parlamentari nella prima giornata, e le istituzioni nella seconda. I leader che si recheranno al Colle dovranno trovare, evidentemente, un’intesa o comunque qualcosa di nuovo e ulteriore rispetto alle proposte improduttive presentate a Mattarella durante gli scorsi colloqui. Il rischio è che, in caso di una nuova fumata nera, non ci sarà un terzo giro di consultazioni. Fonti della presidenza della repubblica, infatti, riferiscono che il capo dello stato non è disponibile a una nuova replica di quanto già sentito.

In uno scenario in cui non si riesce a delineare nessuna formazione capace di raggruppare i parlamentari necessari ad ottenere la fiducia per il nuovo governo, l’ipotesi che si fa sempre più realistica, e che anche i partiti temono, è quella di un cosiddetto “governo del presidente”. 

Tuttavia Mattarella è un uomo dalla proverbiale prudenza e che ha agito sempre nel rigido solco del dettato costituzionale. È certo dunque che non si arrenderà prima di aver saggiato ancora una volta le intenzioni dei vari gruppi politici. La speranza è quella che l’appello alla responsabilità, proferito dall’inquilino del Quirinale a conclusione del primo giro di consultazioni, non rimanga inascoltato e porti a una qualche risoluzione l’enigma del governo. La situazione negli ultimi giorni ha infatti iniziato a delineare un seppur ancora embrionale asse fra Lega e M5S

Se i partiti, dunque, non aiuteranno Mattarella con una proposta di governo realistica, difficilmente questi indirà nuove consultazioni. Chiederà che a quel punto siano i partiti ad accordarsi e a tornare da lui una volta trovata la quadra. Se anche questa richiesta non portasse ad alcuna fumata bianca, sarà allora che il Presidente dovrà prendere una decisione in prima persona, con una proposta che allo stato attuale delle cose non è possibile prevedere.

Oltre alle opzioni che porterebbero a solleticare ancora i parlamentari perché l’iniziativa provenga da loro, ci sarebbe anche la possibilità che il capo dello stato decida di affidare un preincarico ad una figura istituzionale, pronta a sondare il terreno per lui. Entro l’estate il paese dovrebbe avere un nuovo governo, pronto ad assolvere in primis agli adempimenti internazionali. Ma qualsiasi altra ipotesi è da rinviare alla prossima settimana, terminato il secondo giro di consultazioni.

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