L’emendamento per inserire la giustizia tra le materie oggetto della riforme costituzionale è una «tempesta in un bicchier d’acqua». Il nodo giustizia va sciolto ma «nessuno pensa di introdurre nelle materie oggetto del ddl di revisione costituzionale il Titolo IV che riguarda la magistratura».
Lo puntualizza in un’intervista al «Messaggero», il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello.
Con l’emendamento presentato da Donato Bruno al Senato in commissione Affari Costituzionali, è stata posta «un’esigenza che peraltro il governo aveva chiarissima. Ci sono delle materie che sono correlate a quelle che vogliamo
toccare. Se per caso si vuole arrivare ad un sistema semipresidenziale, possiamo mai immaginare che il capo dello stato rimanga presidente del Csm? Possiamo pensare che non cambi la Corte Costituzionale? O che non si faccia una nuova legge sul conflitto di interessi? », domanda il ministro.
«Peraltro -aggiunge Quagliariello- quell’emendamento nella sua ratio è identico ad altri presentati dal Pd. Ce n’è uno, proprio del Pd, che pone esattamente la stessa esigenza. Ma mi rendo conto che in questo momento e’ bene che non ci siano equivoci». Il ministro ritiene «assolutamente legittimo che, sulla questione della giustizia, il Pdl eserciti una iniziativa politica. Mi auguro che la faccia e che prosegue a farla. È altrettanto evidente – e non ci possono essere dubbi in proposito – che non esiste alcun tentativo di rinegoziare l’accordo che è stato raggiunto in sede parlamentare e non governativa e che si intende assolutamente onorare».