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Conte vede Tusk, frizioni interne al governo; e la base 5s si ribella

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Ore decisive per il futuro dell’Italia e dell’Europa, in attesa del Consiglio europeo che si terrà a fine giugno. Il neo minitro dell'Interno, Matteo Salvini, dopo aver partecipato a una riunione dei senatori leghisti in cui è stato eletto il nuovo capogruppo – Massimiliano Romeo -, ha annunciato un incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in cui i due metteranno a punto la proposta da presentare al vertice informale sui migranti. «Il problema non è respingere all’interno dell’Unione, ma usare uomini e soldi per difendere i confini europei» spiega il ministro dell’Interno. L’appuntamento è per domenica a Bruxelles e al vertice parteciperanno Francia, Italia, Germania e Spagna. Poi dritti verso il Consiglio europeo del 28 giugno. 

Da parte sua, il presidente del Consiglio è impegnato in queste ore in diverse riunioni. La prima con il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Secondo le prime indiscrezioni il primo tema all’ordine del giorno sarebbe proprio quello dei migranti, e secondo fonti governative la posizione del premier vorrebbe tutelare l’Italia, considerato «il Paese più esposto ai flussi migratori». Secondo palazzo Chigi è impensabile che l’Italia possa farsi carico dei cosiddetti movimenti secondari, ovvero la circolazione dei migranti all’interno della Ue. Conte avrebbe dunque portato all’attenzione di Tusk l’indisponibilità dell’Italia alla “seconda accoglienza”, ovvero all’arrivo di migranti e rifugiati da altri Paesi europei o la loro permanenza all’interno dei nostri confini dopo l’arrivo. 

Il capo del governo scrive su Twitter: «Oggi ho avuto con il Presidente Tusk un incontro molto utile. Gli ho anticipato che al pre-vertice di Bruxelles non sono disponibile a discutere dei "secondary movements" senza prima aver affrontato l'emergenza dei "primary movements" che l'Italia si ritrova ad affrontare da sola». 

Al Viminale, tuttavia, continuano ad insistere sul tema del censimento dei rom. «Tanti comuni mi stanno scrivendo chiedendo di poter partire – spiega Salvini – Come ministero siamo a disposizione di tutti i sindaci che vorranno aiuto su questo tema». Ieri era però sembrato che il titolare degli Interni e il presidente del Consiglio non viaggiassero sulla stessa linea, perché quest’ultimo aveva detto che «nessuno ha intenzione di fare schedature su base etnica». Ma il leader della Lega chiarisce «Tutto quello che facciamo è in sintonia». 

In casa 5S si rilancia con il «censimento dei raccomandati». Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha infatti esposto la sua idea ieri sera, ospite di Bruno Vespa a Porta a porta, e la proposta è stata poi evidenziata questa mattina ai microfoni di La7. Anche il capo politico del M5S tuttavia cerca di minimizzare le divisioni interne all’esecutivo: «Credo si giochi molto sul cercare di dividerci – spiega – ma se restiamo nell’argine del contratto di governo, e lì c’è tanto da fare su immigrazione e sicurezza, andiamo avanti alla grande». Interrogato sulla questione rom, si dice «d’accordissimo col ministro dell’Interno se si vuole garantire sicurezza ai cittadini e mettere in sicurezza alcuni campi rom che in Italia sono completamente fuori controllo». Ma sulla schedatura, il superministro segue la linea di Conte «I censimenti su base razziale non lo dice Di Maio, ma lo dice la Costituzione che non si possono fare». 

Un guizzo, quello del leader pentastellato, che tenta anche di rimediare allo strappo con la base che si va allargando in questi giorni. Sul Blog delle stelle sono tanti infatti i commenti che accusano il movimento di essere «ostaggio di Salvini e della Lega». E qualcuno avverte: «Oggi Salvini chiede le schedature dei rom. Domani chiederà quelle dei gay. Oppure vorrà la chiusura dei consultori e la fine della 194». Qualcun altro, invece, chiede solo chiarimenti: «Invece di continuare ad inondarci con post diversivi come state facendo da una settimana a questa parte, perché non ci fornite una spiegazione chiara di quanto sta succedendo a Roma?». 

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