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In Molise vince il centrodestra. Quali ripercussioni sul governo?

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Si sono chiuse ieri sera alle 23 le urne nei comuni del Molise, dove i cittadini erano chiamati a eleggere il nuovo Presidente della giunta regionale e i componenti dell’assemblea. Così la Regione a statuto ordinario più piccola del nostro Paese è diventata il palcoscenico sul quale si sono scontrate le varie forze politiche in lizza per la formazione del nuovo governo. Tutti i leader, infatti, si sono recati in Molise in occasione della recente campagna elettorale. Nella regione gli aventi diritto al voto sono 331mila, e più di 78mila di loro risiedono all’estero. I candidati erano quattro: Andrea Greco per il M5S, Agostino Di Giacomo per Casapound, mentre Donato Toma era espressione del centrodestra e Carlo Veneziale del centrosinistra

L’affluenza finale, registrata alle ore 23, è stata pari al 52,17%, in grave flessione sia rispetto alle regionali di 5 anni fa, quando votò il 61,63% degli aventi diritto, che in relazione alle politiche del mese scorso, in occasione delle quali si recarono alle urne il 71,62% dei molisani. Il dato peggiore si registra nel comune di San Biase, dove alle 23 aveva votato solo il 17% degli elettori. Il titolo di comune più virtuoso va invece a Belmonte del Sannio, dove l’affluenza finale si attesta attorno al 68%. Per quanto riguarda i due capoluoghi di provincia, a Campobasso hanno espresso il loro voto il 62,79% dei cittadini, mentre a Isernia il 59,67%

Lo scenario è totalmente diverso rispetto alle regionali del 2013, che videro trionfare il candidato del centrosinistra Paolo di Laura Frattura con oltre il 44% dei consensi. I dati da porre a confronto con quelli che escono oggi dalle urne sono infatti quelli del 4 marzo. Alle politiche il M5S prese il 44,79% dei voti, seguito dal centrodestra con il 28,9% e da un centrosinistra che confermò la debacle nazionale, fermandosi al 18,1%. Gli esiti del voto non incidono solo sulle trattative per il governo, ma anche sugli equilibri di forza all’interno della coalizione di centrodestra, nella quale la premiership, nonostante le dichiarazioni del Cav, è ancora contesa fra Forza Italia e Lega. Il candidato di centrodestra è appoggiato da 180 candidati distribuiti in nove liste, mentre quello del M5S conta su 20 candidati nell’unica lista che lo appoggia, quella appunto del Movimento. 

Le operazioni di spoglio sono proseguite per tutta la notte, e nonostante il risultato apparisse già chiaro prima dell’alba, il distacco inferiore ai 10mila voti ha permeato di prudenza le mosse dei candidati. Solo stamattina, infatti, la vittoria del centrodestra è apparsa assodata. Donato Toma è in testa con 73.130 voti, pari al 43,55% dei consensi. Segue Andrea Greco che ha totalizzato 64.671 preferenze, circa il 38,5%. Chiudono la fila il candidato del centrosinistra, Carlo Veneziale, con il 17% dei voti e Agostino Di Giacomo che, con Casapound, si ferma allo 0,42%. All’interno delle liste che sostenevano i singoli candidati è il M5S a registrare il miglior risultato: più di 45.000 voti e oltre il 31% delle preferenze. Nella coalizione di centrodestra a primeggiare è invece Forza Italia, con il 9,39% dei voti, seguita dalla Lega con l’8,24%. A sinistra, il PD si è fermato all’8,92% (registrando un distacco di meno di 1000 voti rispetto al partito di Salvini) mentre Liberi e Uguali conferma il pessimo risultato delle politiche, segnando solo il 3,25%. 

Quando il risultato è apparso solido e definitivo, i leader delle varie forze politiche hanno rilasciato le loro dichiarazioni. Per Matteo Salvini, segretario della Lega, le consultazioni molisane evidenziano soprattutto il fallimento totale del PD, che di conseguenza non può in alcun modo tornare a governare. «Il risparmio degli italiani è uno dei primi al mondo e non vorrei che qualcuno avesse voglia di imporre agli italiani un governo scelto dall'Europa per entrare nei nostri conti correnti e ritassare le nostre case. – ha spiegato Salvini – Questo la Lega non lo permetterà mai». In casa Forza Italia, invece, tendono a sottolineare l’indispensabilità della formazione azzurra per la tenuta della coalizione: «Ci auguriamo che il Movimento 5Stelle, che aveva investito il voto molisano di una valenza nazionale, voglia trarre dal risultato le giuste considerazioni: – scrive l’on. Mara Carfagnail centrodestra unito non solo esiste ma ha vinto di nuovo e loro non sono una forza di governo. Anche alla luce di questo risultato – conclude la vicepresidente della Camera – non è quindi ipotizzabile un esecutivo che non comprenda Forza Italia, perno e baricentro della coalizione di centrodestra». Le fa eco Mariastella Gelmini, capogruppo di Fi alla Camera: secondo la deputata, infatti, la coalizione è «competitiva, credibile, premiata ancora una volta dai cittadini nelle urne». Entusiasta anche Giorgia Meloni, che evidenzia come «la schiacciante vittoria del centrodestra è un'altra indicazione chiara per il Presidente Mattarella». Secondo la presidente di Fratelli d’Italia «Gli italiani vogliono un governo guidato dal centrodestra e con un programma di centrodestra».

Come all’indomani delle consultazioni regionali in Sicilia, invece, dal M5S arriva un messaggio forte e chiaro: «Il Movimento 5 Stelle si è presentato da solo mentre dall'altra parte c'erano grandi ammucchiate che ora rischiano di sciogliersi come neve al sole – dichiara Luigi Di Maio – e che difficilmente potranno lavorare per il bene dei molisani». Il capo politico dei cinque stelle, poi, sottolinea che il Movimento è il primo partito della regione, un risultato che Andrea Greco, candidato sconfitto alla presidenza del Molise, ha definito come «storico».

Per i dem, invece, a parlare è Ettore Rosato: «È un bruttissimo risultato, ma ce lo aspettavamo» ha confidato l’autore della vigente legge elettorale ai microfoni di Radio1. Da più aree del Pd, inoltre, si chiede un’accelerazione nei tempi di convocazione dell’assemblea nazionale. E se da una parte i democratici indicano come incolmabile la lacuna che li separa dai pentastellati, dall’altra si dicono disponibili all’avvio di una trattativa con i 5s qualora quella con la Lega dovesse definitivamente naufragare

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