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Parere Csm sul ddl Alfano: più luci che ombre

Ieri pomeriggio il Csm ha votato il parere sul A.S. n.1440 ossia, il disegno di legge governativo riguardante la riforma del processo penale. Il plenum del Csm ha espresso un parere drasticamente negativo della proposta di riforma ma, come hanno sottolineato il vicepresidente del Csm Nicola Mancino e il ministro della giustizia Angelino Alfano, si tratta comunque di un parere, ancorché autorevole.
La principale ragione di contrarietà di Palazzo dei Marescialli al ddl consiste nella nuova regolazione dei rapporti tra polizia giudiziaria e magistratura. Ciò che più conta del voto del Csm di ieri però attiene al pubblico ministero Nicoletta Gandus e al processo che vede coinvolto il premier nella presunta corruzione dell’avocato David Mills.
Infatti se nella votazione del parere finale i così detti laici del centrodestra si sono trovati da soli nel difendere le proposte di riforma del governo, la votazione per parti separate ha evidenziato una profonda spaccatura all’interno dell’organo di autogoverno della magistratura. In particolare sul punto 3 relativo all’astensione e ricusazione dei giudici, la componente togata di magistratura indipendente ha preso le distanze dalla posizione ideologica illustrata dal giudice Pepino di magistratura democratica.
Secondo Ferri, Patrono e Romano, che hanno su questo aspetto sostanzialmente concordato con il contenuto del ddl, un giudice non deve soltanto essere indipendente nel giudicare ma anche apparire.
A sostegno del loro voto contrario al punto 3 del parere hanno addotto sia il contenuto del codice deontologico dei magistrati che il dettato della recentissima sentenza della Corte Costituzionale dell’8 luglio scorso. Alla posizione di Cosimo Maria Ferri, anticipata dallo scoop di Libero nell’articolo firmato da Martino Cervo, si sono associati i consiglieri laici di area Pdl Saponara e Anedda e il consigliere laico di area Udc Bergamo, mostrando così un voto che va ben oltre le tradizionali logiche di schieramento politico. La posizione di magistratura democratica ha comunque prevalso per 17 voti contro 6. Certo, il vice presidente Mancino si sarebbe potuto astenere. Ma tant’é. Il centrodestra non può che guardare con fiducia al voto di ieri costruendo già da oggi una piattaforma di dialogo serio e costruttivo, scevro da pregiudizi ideologici e che abbia come unico obbiettivo il buon funzionamento della giustizia italiana.

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