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Non accostar Vaticano a Indignados. Parola di Messa

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Scritto da vocealta

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«Il documento “Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale” appena licenziato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace» rappresenta un «contributo, particolarmente prezioso per chi ha a cuore le sorti delle generazioni future. E sta solo in una lettura superficiale la spiegazione del perché taluni critici vi abbiano ravvisato collegamenti forti con le proposte degli indignados». Lo scrive il direttore di Formiche, Paolo Messa, in una lettera al direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, pubblicata oggi dal giornale della Cei. Per Messa, che critica «la semplificazione giornalistica» pur ammettendo che «c’è poco da scandalizzarsi» perché a «simili scherzi» la stampa ci ha abituato, «il punto semmai è un altro, e non è casuale: mentre partiti, governi, autorità monetarie e giornali sono chiusi in una torre d’avorio dalla quale cercano di interpretare, e talvolta manipolare, i sentimenti di scoramento e sfiducia dell’opinione pubblica, da un luogo speciale (centralissimo eppure, per certi versi, periferico) come la Santa Sede giunge invece un pensiero che registra una sintonia straordinaria con quei cittadini che oggi non solo denunciano un disagio crescente, ma puntano a percorsi razionali e virtuosi d’uscita dalla crisi». «La giustizia sociale, il valore dell’equità e della solidarietà sottolinea il direttore di Formiche non possono essere slogan. L’ideologia utilitarista, così come richiamata nel Documento, quella cioè per cui “l’utile personale conduce al bene della comunità”, non poteva che rivelarsi fallimentare».

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