Nassiriya. Ore 10 e 40 locale. Un attentato, causato da un camion pieno di esplosivo, provoca la morte di 28 persone. 19 italiani e 9 iracheni. Tra i nostri connazionali: 12 carabinieri, 5 militari dell’esercito e due civili.
Erano lì per costruire la pace, in un territorio martoriato prima da una sanguinosa dittatura e poi da una guerra, che si è rivelata più lunga e atroce di quanto si potesse immaginare.
Dolore e commozione nel nostro paese, poche ore più tardi, per quello che molti considerarono l’11 settembre italiano.
Era il 12 novembre 2003. A 6 anni dalla tragedia, resta ben poco nella memoria mediatica della Nazione.
Basta fare un giro su internet, sui vari giornali on line, per rendersi conto che l’evento è stato già cancellato. Liquidato troppo in fretta. Consumato e poi abbondanato. Ecco, forse non servirà a nulla. Ma noi, almeno noi, non dimentichiamo.
Erano lì per costruire la pace, in un territorio martoriato prima da una sanguinosa dittatura e poi da una guerra, che si è rivelata più lunga e atroce di quanto si potesse immaginare.
Dolore e commozione nel nostro paese, poche ore più tardi, per quello che molti considerarono l’11 settembre italiano.
Era il 12 novembre 2003. A 6 anni dalla tragedia, resta ben poco nella memoria mediatica della Nazione.
Basta fare un giro su internet, sui vari giornali on line, per rendersi conto che l’evento è stato già cancellato. Liquidato troppo in fretta. Consumato e poi abbondanato. Ecco, forse non servirà a nulla. Ma noi, almeno noi, non dimentichiamo.