Con lo slogan "Tutti in piazza per l’ambiente", ieri 1 ottobre, le strade di Milano hanno visto centinaia di ragazzi manifestare per il cambiamento climatico, intonando cori e alzando striscioni per la Climate Justice.
Il corteo FridaysforFuture ha riunito giovani da tutto il mondo, capeggiati dalle attiviste internazionali Greta Thumberg e Vanessa Nakate con lo striscione: «il clima cambia, il sistema no». Hanno raggiunto piazzale Damiano Chiesa, simbolicamente vicino al MiCo, sede della seconda giornata della conferenza Pre Cop-26, intonando cori tra cui la famosa Bella Ciao. Obiettivo della manifestazione era, ancora una volta, sensibilizzare il mondo al tema del cambiamento climatico attraverso proposte e iniziative urgenti per la salvaguardia dell’ambiente, riunite sotto lo Youth4ClimateManifesto – manifesto dei giovani per il clima.
Il primo punto programmatico del working group riguarda il coinvolgimento dei giovani nei processi decisionali in materia di politiche ambientali, con la richiesta di un supporto finanziario per integrarli in modo concreto. Secondo le attiviste Thumberg e Nakate sono i giovani, infatti, il vero motore del cambiamento climatico e non i leader che «non stanno facendo nulla. Promettono di ridurre le emissioni, ma continuano a costruire centrali a carbone e gasdotti».
Tra gli altri punti del working group il quarto delinea alcune sfide che dovranno essere la priorità per governi e istituzioni internazionali: la collaborazione con i giovani per condividere informazioni e proposte sul clima, l’assicurazione di una formazione da parte dei governi sui cambiamenti climatici, la realizzazione di campagne di sensibilizzazione sulla mitigazione degli stessi e la formazione di giornalisti per una più efficace divulgazione di informazioni sulle conseguenze della crisi climatica.
Il movimento FridaysForFuture non si limita solo a Milano: le manifestazioni iniziano a diffondersi a macchia d’olio nelle piazze di tutta Italia, tra Roma, Bari e Napoli, dopo due anni di fermo causa pandemia.
Se il futuro è in mano ai giovani e, se esso è a rischio, spetta ai giovani stessi dare l’allarme e cambiare il corso degli eventi.