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Milanesi da bere

La Milano del pallone, divisa solo dalla coriacea Juventus, è in cima al campionato.
In vetta sempre l’inarrestabile Inter di Mourinho, sette punti più tardi il fiammeggiante Milan di Leonardo.
Tra loro i bianconeri. Pronti a scardinare il dominio meneghino.
Ma sotto la Madonnina convivono due modi opposti di assaporare e interpretare il calcio.
I rossoneri, oggi, sono champagne. Col Cagliari una gara per palati sopraffini. Folle ed emozionante fino alla fine. Un diavolo che diverte: frizzante e maledettamente imprevedibile. Sempre un po’ sopra le righe.
Un gioco fatto di bollicine, che stordisce gli avversari con numeri di alta scuola e al tempo stesso li rigenera, regalando loro spazi ed errori difensivi.
E’ una bevanda che concede a tutti la festa. Fuochi d’artificio che accompagnano valanghe di gol. Alla fine brinda solo il Milan. Perché se gioca sul caviale, ti illude, ti fa sbizzarrire, ma resta comunque insuperabile. Al di là del risultato, lo champagne rossonero dona un pomeriggio di gala a tutto il pubblico di San Siro.
L’Inter invece è come un rosso d’annata. Gli avversari non li stordisce. Li abbatte. Un gusto deciso che non lascia scampo a nessuno. Servono spalle tanto larghe per resistere fino in fondo.  
C’è poco da festeggiare, solo il tempo per vincere senza troppi fronzoli.  Niente banchetti per i tre punti. Gli antagonisti si superano durante i pasti, con quella disarmante semplicità che rende superflua qualsiasi altra parola. Manca Sneijder? No problem, Cambiasso è uno che sa mettersi a capotavola e da operaio trasformasi in goleador. Per il povero Bologna, quindi, una condanna annunciata. La botte nerazzurra è sempre piena. Venite pure a farvi male, c’è n’è per tutti.
La Milano da bere, in un modo e nell’altro, prende in mano le redini della serie A. 
 

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