Tirata d’orecchi da parte di Sergio Mattarella ai magistrati sull’uso eccessivo dei social media. Il presidente della Repubblica, nonché del Consiglio superiore della magistratura, si è recato a Scandicci (Firenze) per l’inaugurazione del nuovo anno accademico presso la Scuola superiore della magistratura.
Parlando dell’etica professionale, Mattarella citato l’argomento dell’uso dei social poiché lo considera un tema da affrontare apertamente di fronte all’uso generalizzato di queste piattaforme e alle questioni che essi stessi pongono. Il Presidente ha inoltre ricordato che l’esercizio della magistratura impone un elevato standard di professionalità e tra questi requisiti individua anche l’uso accorto di internet.
Un invito alla parsimonia per tanto, sia perché se non amministrati «con prudenza e discrezione possono vulnerare il riserbo che deve contraddistinguere l'azione dei magistrati», sia perché l’uso di Twitter e Facebook possono «offuscare il prestigio e la terzietà».
Il Presidente ha inoltre sottolineato che le decisioni dei magistrati «non devono rispondere all'opinione corrente o a correnti di opinione, ma solo alla legge e anche per questo in Italia la magistratura non è composta da giudici e pubblici ministeri elettivi, e neppure da giudici o pm con l'obiettivo di essere eletti» e per tanto «la magistratura non deve mai farsi suggestionare dal clamore mediatico intorno ai processi, non deve farsi condizionare da spinte emotive evocate da un presunto e indistinto sentimento popolare».