Giustizia Quotidiana

Mafia: operazione Kerkent, tra gli arrestati anche il capo ultrà della Juventus, broker della droga

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Traffico di droga, sequestro di persona e violenza sessuale. Blitz della Dia tra Agrigento, Palermo, Trapani, Catania, Ragusa, Vibo Valentia e Parma. Tra gli arrestati, 34 in totale, anche il capo degli ultrà della Juventus, Andrea Puntorno. In particolare gli occhi sono puntati sugli affari del nuovo boss agrigentino, Antonio Massimino, già detenuto, tanto feroce da mettere in conto di uccidere bambini per affermare la sua autorevolezza. L'operazione "Kerkent", della procura di Palermo, ha sgominato un'associazione con base ad Agrigento e ramificazioni nel palermitano e in Calabria, specializzata nel traffico di droga, attraverso uno strutturato gruppo criminale armato. Puntorno che risponde di traffico di droga era referente di una delle principali piazze di smercio nella città di Agrigento. In passato membro di un'organizzazione criminale con base a Torino, è stato destinatario di misure cautelari per reati connessi al commercio illegale di sostanze stupefacenti e già indicato quale capo del tifo organizzato della Juventus, del gruppo ultras "Bravi ragazzi"; nell'autunno 2018 ha rilasciato un'intervista a Report, vantandosi dell'attività di bagarinaggio. Il capocentro Dia di Palermo, Antonio Amoroso, parla di lui come «un tifoso della frangia più estrema», e di «un'area grigia di promiscuità tra frange estreme delle tifoserie e la criminalità organizzata». Si occupava del canale diretto di approvvigionamento di stupefacenti dalla Calabria, agendo da 'broker'. Secondo i magistrati non ha fatto parte dell'associazione mafiosa guidata da Massimino, ma ha dato «un contributo concreto» al suo rafforzamento, favorendo i contatti con la 'ndrangheta. L'ordinanza di custodia cautelare eseguita dalla Dia riguarda 32 persone per associazione mafiosa, traffico di stupefacenti aggravato dal metodo mafioso, detenzione abusiva di armi, sequestro di persona a scopo di estorsione aggravati, danneggiamento mediante incendio. Nell'ambito del provvedimento, i carabinieri hanno eseguito ulteriori altre 2 ordinanze cautelari a carico di fiancheggiatori del boss, per sequestro di persona e violenza sessuale aggravati. L'operazione, avviata nel maggio del 2015 ha smantellato l'organizzazione con base ad Agrigento e ramificazioni tra Palermo e Calabria. Particolarmente violento, Massimino è arrivato a minacciare l'eventualità di uccidere bambini per imporre il proprio potere. In un'occasione ha sequestrato un 38enne 'colpevole' di truffa a un fiancheggiatore commerciante d'auto – una vettura pagata con un assegno a vuoto – e ha costretto la convivente 34enne a subire palpeggiamenti. Diversi i canali di approvvigionamento: calabrese, con un broker agrigentino; palermitano, la cosca della Noce; Palma di Montechiaro, con un gruppo stiddaro. Fiumi di cocaina, marijuana, hashish, nonché ketamina impiegata per dopare cavalli.

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