«Quando un difetto fisico diventa una occasione di business». É con questa frase che il Guardian descrive l’evoluzione dell’italiana Luxottica nella sua inchiesta incentrata sulla fusione con l’altro gigante dell’ottica: la francese Essilor.
I due marchi hanno avuto pochi mesi fa l’ok da Bruxelles per concretizzare l’unione in una nuova multinazionale del settore. Secondo il quotidiano londinese la fusione tra i due colossi creerà un mostro che potrebbe monopolizzare il settore degli occhiali. Luxottica, azienda italiana fondata da Leonardo Del Vecchio e specializzata (tra le altre cose) nella creazione di montature per occhiali, e Essilor, il cui core business sono le lenti per occhiali.
Gli occhiali sono nati nel XIII secolo, ma solo quattro secoli dopo sono state create le montature capaci di tenerli saldi sul viso. Oggi il giro d’affari del settore si attesta sui 100 miliardi di dollari l’anno: nei paesi sviluppati il 70% della popolazione utilizza occhiali da vista o da sole nel corso della sua vita. Inoltre, bisogna considerare l’incremento dei deficit della vista dovuti al troppo tempo passato su smartphone, pc e tablet che ci costringe a utilizzare gli occhiali.
Se guardiamo oltre le logiche salutiste e parliamo esclusivamente di business esiste una nuova classe media composta da circa due miliardi e mezzo di persone provenienti dai Paesi in via di sviluppo che, ad oggi, non riesce a permettersi una visita oculistica o un paio di occhiali, ma con la crescita del benessere nel proprio paese potrebbe causare un incremento del doppio, se non del triplo, del giro d’affari del settore.
Il Guardian, nella sua inchiesta, riconosce la gestione perfetta che ha caratterizzato Leonardo Del Vecchio, fondatore del gruppo Luxottica: ha creato l’azienda leader mondiale nel settore, si è spostato dalla vendita all’ingresso a quella al dettaglio e, infine, è riuscito a trasformare un oggetto nato per correggere un difetto della vista in un emblema di moda, grazie agli accordi con i magnati del fashion.
Prese singolarmente Luxottica e Essilor avrebbero delle concorrenti con cui competere, ma insieme sarebbero un mostro capace di controllare circa il 70% del mercato grazie a un miliardo e mezzo di clienti potenziali e con 50 miliardi di capitale. Un gigante ‹‹a metà strada fra Apple e Facebook››. L’unico dubbio che pone il tabloid britannico è quello della fusione tra due aziende dalle filosofie totalmente differenti: Luxottica, fortemente patriarcale, ed Essilor, multinazionale ormai collettivizzata e senza una vera figura di riferimento. Nonostante questo, il Guardian giudica positivamente l’unione confidando nella capacità di Del Vecchio di “vedere lontano” (è il caso di dirlo), anche oltre la sua presenza nell’azienda.