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Luigi Grillo: infrastrutture, fondamentale la sinergia pubblico-privato

GRILLO
Scritto da vocealta

GRILLOPenso che dalla sinergia efficace tra pubblico e privato, anche in tempi di crisi, possano scaturire realizzazioni importanti nel campo delle infrastrutture e dei lavori pubblici. Noi siamo un Paese speciale. Certamente ci vogliono delle norme chiare che favoriscano l’investimento dei privati. Io non sono convinto che i privati possano fare tutto. Io però mi riferisco ad una realtà che mi riguarda anche da vicino. Nel 2002 fui io a proporre la prima norma sul project financing. Fino al 2001 in Italia il 98% delle opere pubbliche si facevano con i soldi del pubblico: Stato, Regioni, Comune, Provincia, Anas e quant’altro. Nel 2010 occorre sapere che il 25% delle opere pubbliche si sono fatte con il coinvolgimento del capitale privato. I privati possono costruire gallerie? Penso di no. I privati possono costruire opere non redditizie? No. I privati devono, devono, dobbiamo legislativamente dirlo con forza, devono essere messi in condizione di progettare, costruire e gestire le opere capaci, suscettibili di produrre reddito. E devono capire i privati che mentre nel mio Paese le banche si sono aggiornate e sono in grado di fare la loro parte, mentre la pubblica amministrazione, per la verità solo al Nord, è reattiva e capace di assecondare questo disegno progettuale, oggi ci mancano gli operatori privati, perché gli operatori privati oggi nel mio Paese sono ancora attestati alla logica di vincere un appalto per costruire un’opera, guadagnare e andarsene via. No, gli operatori privati devono capire che si sta aprendo un mercato nuovo in cui la qualità della loro presenza e del loro protagonismo sarà misurata più sulla capacità di gestire un’opera pubblica, non sarà importante progettare e costruire ma sarà più importante gestire. Quindi nascerà un mercato e alla fine nascerà una borsa delle società che gestiscono le opere pubbliche. Abbiamo cominciato con i parcheggi, con i cimiteri, con gli acquedotti, con i termovalorizzatori, con i porticcioli, in parte con la metropolitana. Ecco, tutte queste cose che sono opere suscettibili di produrre reddito, dobbiamo, con un salto culturale assai importante in un Paese che notoriamente è stato molto socialista, anche in questo comparto, capire che è l’ora di aprire ai privati. In questo modo faremo esattamente il contrario di quello che abbiamo fatto per 60 anni in virtù della cultura dominante che ha chiesto allo Stato di fare molto di più di quello che lo Stato doveva fare e dovremo aprire ai privati immaginando che i privati possano farlo in un contesto di regole certe e di controlli adeguati.

* presidente VIII commissione Senato della Repubblica

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