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Legge elettorale/ Ok unanime dei capigruppo, urgenza e voto a ottobre

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Scritto da vocealta

legge-elettorale Procedura d’urgenza alla riforma della legge elettorale, in aula a settembre e con voto già ai primi di ottobre. La conferenza dei capigruppo della Camera dà così, a sorpresa, un’accelerazione ad uno dei nodi più spinosi della XVII legislatura. E il premier Enrico Letta plaude su twitter: «Ottima la procedura d’urgenza decisa alla Camera per la legge elettorale. Ora ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità. Io sono ‘NoPorcellum’».

Ma quella sulla legge elettorale non è l’unica accelerazione data dai capigruppo di Montecitorio, che hanno confermato la discussione del ddl riforme in Aula già domani. Il dibattito durerà 12 ore e il voto non arriverà prima di settembre, come da accordi raggiunti la scorsa settimana per interrompere l’ostruzionismo 5 Stelle a Montecitorio. Ma il passaggio del testo in Aula è un concreto passo avanti, visto che preannuncia l’approvazione, già questa sera, da parte della Commissione Affari Costituzionali del testo raggiunto dalla maggioranza al Senato.

Un’approvazione facilitata anche dal Movimento 5 Stelle che oggi ha ritirato tutti gli emendamenti al ddl per evitare uno slittamento del dibattito sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che sarà in Aula gia’ il 2 agosto. Ma i Cinque Stelle fino a ieri notte avevano provato a infrangere la ‘blindatura’ del ddl riforme da parte di Pd, Pdl e Sc. Preso atto del parere contrario del relatore Francesco Paolo Sisto ai 123 emendamenti, presentati tutti dall’opposizione, avevano comunque preteso di discutere punto su punto, presentandosi in forze nella seduta notturna della commissione, denunciando “metodi dittatoriali” nel rifiuto della maggioranza di approvare emendamenti al testo. Poi, la decisione di ritirare gli emendamenti per velocizzare l’approdo in Aula del ddl sul finanziamento ai partiti. Mentre sul testo del ddl riforme le polemiche tra M5S e maggioranza che hanno segnato il dibattito in commissione si trasferiranno in Aula. Il ddl costituzionale, firmato dal governo, assegna a un Comitato bicamerale formato da 21 deputati e 21 senatori il compito di votare le riforme della forma di Stato, di governo, del bicameralismo (con il taglio del numero dei parlamentari) e la conseguente legge elettorale.

E fissa un ‘cronoprogramma’ serrato, di 18 mesi in tutto, per portare a casa il risultato. Nove articoli in tutto, per modificare in parte l’iter indicato dall’articolo 138 della Costituzione, abbreviando il tempo minimo (da 3 mesi a un mese e mezzo) che dovra’ trascorrere tra le due letture dei testi delle riforme da parte di ciascuna Camera e prevedendo che si possa chiedere un referendum confermativo anche in caso di approvazione del testo con una maggioranza di due terzi. L’approvazione del ddl è il primo passo per rispettare l’impegno assunto dal governo di portare a casa il risultato delle modifiche alla seconda parte della Costituzione in 18 mesi. L’ostruzionismo M5S ha fatto slittare da agosto a settembre il via libera della Camera. E di conseguenza non prima di dicembre potrà concludersi l’iter del provvedimento. Ma il compromesso ha facilitato l’impegno della Camera ha smaltire tutto l’arretrato, come confermato dalla capigruppo di oggi.

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