Ambiente

Legge di Bilancio 2018, progressi e stalli del settore ambientale

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La Legge di Bilancio 2018, oltre a raccogliere misure di efficientamento energetico e di mobilità sostenibile, contiene norme di carattere ambientale, dalle tasse sui rifiuti all’istituzione di aree protette.

Ad esempio, viene prorogato per la quinta volta consecutiva l’avvio della piena operatività del Sistema di tracciabilità dei rifiuti e l’applicazione delle sanzioni per i trasgressori. La manovra prevede, poi, l’incremento di riciclaggio delle plastiche miste (il cosiddetto plasmix ovvero la frazione di rifiuti più difficile da riciclare) provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi o da selezione di rifiuti urbani residui, riconoscendo alle imprese che acquistano prodotti ottenuti da tali materiali un credito di imposta del 36% fino all’importo massimo di 20.000 per ciascun beneficiario, nel limite massimo di 2 milioni di euro per ciascun degli anni dal 2019 al 2021. Altri provvedimenti riguardano poi i rifiuti radioattivi e misure per il territorio (come gli interventi nel settore idrico e la prevenzione del rischio idrogeologico e sismico).

A che punto sarà, in questi quattro mesi, il quadro complessivo?

Il Governo ha approvato velocemente circa 40 provvedimenti attuativi sugli oltre 150 previsti. Questo il report su Ambiente ed Energia stilato con l’ausilio del report mensile diffuso da Palazzo Chigi: come primo passo, è stato varato il decreto del ministero dell’Agricoltura sugli interventi a favore della zootecnia estensiva, ma è ancora in fase di stallo l’attuazione di alcuni interventi per la riqualificazione e l’efficienza energetica e il dpcm per l’efficientamento energetico dell’illuminazione pubblica, nonostante i termini siano scaduti. Altro ritardo si riscontra sulla costituzione dell’Agenzia ItaliaMeteo e sull’istituzione della Banca dati nazionale sull'abusivismo edilizio, così come sui criteri e le modalità di applicazione del credito di imposta per gli acquisti di plastiche provenienti da raccolta differenziata. Sono infatti già trascorsi i 90 giorni previsti. Inoltre, sono fermi anche il Piano nazionale di interventi nel settore idrico, articolato in due sezioni: invasi e acquedotti (da adottare entro 120 giorni) e il dm Difesa sulle modalità di utilizzo del Fondo antibracconaggio ittico.

 

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