Il caso Ruby, per ora, non ha influito sul destino dei palazzi romani. Ma soprattutto non ha intaccato il gradimento del presidente del Consiglio.
Lo dicono tre importanti sondaggisti italiani. E i dati vengono riportati oggi anche dal quotidiano romano il Tempo.
Secondo Nicola Piepoli, il consenso del premier resta stabile attorno al 50%. Nessuna variazione rispetto a tre settimane fa, quando il Cavaliere poteva ancora beneficiare dell’“effetto fiducia”. Nessuna fuga in avanti per l’ex alleato Gianfranco Fini e per il Partito Democratico (fermi rispettivamente al 22% e al 25%), addirittura in ascesa il governo nel suo complesso e in caduta libera l’Italia dei Valori di Di Pietro, superata dal Sel di Nichi Vendola. Ferma pure l’Udc, Popolo della libertà e Lega si attestano a quota 42 (31, 5 e 10,5%). Se si votasse domani, il centrodestra berlusconiano vincerebbe quindi senza alcun affanno. Soprattutto se sinistra e Terzo Polo si presenterebbero separati alle urne.
La metà degli italiani, stando invece alla rilevazione condotta da Nando Pagnoncelli, ritiene irrilevante, dal punto di vista degli equilibri politici, l’ultima e ormai stranota inchiesta della Procura di Milano. La fiducia di Silvio Berlusconi subisce, sempre secondo Pagnoncelli, solo un lieve e quasi impalpabile calo, pari all’1, 5%.
“Sul piano della intenzioni di voto – conferma Renato Mannheimer sul Corriere della Sera – non si registra una sostanziale variazione dei dati. D’altronde anche in passato gli scandali femminili non hanno intaccato più di tanto i consensi di Berlusconi”.
Forse anche alla luce di questi primi risultati, si può comprendere meglio la reazione delle opposizioni in queste ore. Compatte, o quasi, nel chiedere le dimissioni del Cavaliere, timide e insicure per quanto concerne l’eventuale ricorso ad elezioni anticipate.