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La vita è troppo breve per non essere italiani!

Il nuovo film di Giovanni Veronesi, uscito nelle sale il 23 gennaio, ha avuto un esordio di successo: si è piazzato subito al primo posto del box office incassando 4.759.651 euro con la più alta media per sala: 7.790 euro.
Al centro del film due vicende diverse, quella di Fortunato e Marcello e quella di Giulio, tutti e tre italiani, tutti e tre all’estero chi per un motivo chi per un altro, tutti e tre che attraverso i pregi e i difetti dimostrano la loro italianità.
I primi partono per gli Emirati Arabi, per vendere Ferrari rubate per conto di una ditta romana. Ma le complicazioni arrivano quasi subito, quando nel bel mezzo del deserto un posto di blocco frena il loro viaggio; comincia un on the road esilarante che li porta a girare per città, finire in prigione e perfino a gareggiare con le Ferrari…
Giulio invece, dentista di professione, si reca a San Pietroburgo per un convegno. Lasciato dalla moglie, complessato e depresso,  è costretto da un amico-collega ad affidarsi a un certo signor Calzone, un “promotore” che organizza viaggi a sfondo sessuale. Gliene capiteranno di tutti i colori…
Veronesi in questo film ha voluto sottolineare vizi e virtù tipici degli italiani che, quando si spostano all’estero, finiscono per essere ancora più evidenti.
Il cast, ovviamente italianissimo, è di livello: Carlo Verdone, Sergio Castellitto, Remo Girone, Riccardo Scamarcio e il buffo Dario Bandiera ma c’è spazio anche per la meno conosciuta, ma non meno brava, Kseniya Rappoport.
Vedendo questo film ci si rende conto di quanto si possa amare l’Italia per quella che è, per come siamo fatti noi italiani, che possiamo essere ricchi, poveri, famosi, gente comune, laureati, analfabeti, sposati, divorziati, single, vecchi, giovani, di mezza età, donne, uomini… anche totalmente diversi tra noi, come lo sono i protagonisti, ma tutti accomunati dall’italianità, appunto.
Italianità insita in ognuno di noi ma che cerchiamo di nascondere in tutti i modi, talvolta magari anche riuscendoci ma che poi finisce per  palesarsi nei gesti più semplici.
Geniali, in quanto da sempre abituati a barcamenarsi nella vita, noi Italians abbiamo la capacità di inventare e di essere intraprendenti, ma molto spesso sveliamo il nostro carattere bambinesco.

Ma siamo unici, appunto. Tanto che, come ci ricorda il film “la vita è troppo breve per non essere italiani”.

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