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La Sindone ai tempi del 3d

Ho numerose ragioni per essere grato all’Uomo della Sindone. Ho prodotto il mio primo documentario sull’argomento, The Silent Witness, (titolo italiano:  Il testimone silenzioso) nel 1977. Ateo convinto e consapevole dell’esistenza di numerose reliquie false, avevo deciso di scoprire e mostrare come e da chi era stata contraffatta la Sindone. Non potevo pensare che ci fosse un’altra spiegazione.
In quell’epoca pre-internettiana era possibile che ci fossero speciali gruppi di interesse isolati totalmente ignari dell’esistenza di altri che, altrove, si occupavano dello stesso argomento. Come avrei poi scoperto, c’erano molti gruppi e singoli individui interessati a diversi aspetti degli studi sulla Sindone. I miei viaggi di ricerca per il documentario hanno contribuito a metterli in contatto fra loro e, nel corso dell’operazione, le varie prove hanno cominciato a combaciare perfettamente.
Per esempio, lo storico Ian Wilson, utilizzando la sua conoscenza delle raffigurazioni artistiche di Cristo, ha formulato idee sul collegamento con il Mandylion di Edessa. Max Frei, botanico e perito giudiziario, ha completato la sua identificazione dei tipi di polline presenti sulla Sindone, che appartenevano anche ad alcune piante della regione di Edessa. Il mio documentario ha mostrato, per la prima volta, le prove raccolte da quei gruppi e, lungi dal rivelare la contraffazione, è divenuto un argomento affascinante per la probabile autenticità della Sindone. Il documentario ha vinto il British Academy Award e molti altri premi internazionali. Avevo ventisei anni e quel lavoro fece decollare la mia carriera. Questo è un buon motivo per essere grato all’Uomo della Sindone.
Scoprire e raccontare questa storia mi ha portato in Medio Oriente, in Anatolia, a Istanbul e in varie città europee e statunitensi. Mi sono fatto numerosi amici (e alcuni nemici) e ho raccolto storie da narrare. Il mio breve libro sulla produzione del documentario è divenuto un best seller nel Regno Unito. Ecco, dunque, altri motivi di gratitudine.
La Sindone è entrata a far parte del corso di studi in molte scuole. Il documentario è divenuto un prerequisito per studi religiosi nel Regno Unito e altrove. Quale miglior modo per affascinare i bambini del grande giallo della Sindone? Storia, fisica, religione, chimica, biologia, anatomia, arte, tessitura e molte altre materie entrano in gioco e, al centro della storia, ci sono due domande valide. La persona impressa sul tessuto chi potrebbe essere se non il fondatore del Cristianesimo? E il processo che ha prodotto l’immagine potrebbe essere forse niente di meno che una funzione dell’evento che ha cambiato il mondo, la Resurrezione? È stato “un dono dal cielo” per gli insegnanti.
Noterete da come mi esprimo che nel corso della produzione sono divenuto credente e cristiano. È difficile studiare la Sindone per tanto tempo senza diventarlo. Questo non riguarda tanto aspetti oggettivi, sebbene siano piuttosto impressionanti, quanto soggettivi. La sua sottile immagine monocromatica è un’opera di genio sublime nel comunicare l’essenza del momento storico in cui è nato il Cristianesimo, attraverso le azioni di Gesù di Nazaret. Se un giorno, in un angolo della Sindone si scoprissero le iniziali del contraffattore, nulla cambierebbe nella mia fede. Questo è il motivo più importante per cui sono grato all’Uomo della Sindone. (Dovrei aggiungere anche che nella Chiesa ho conosciuto mia moglie!).
Nel 2008 ho prodotto un nuovo documentario per la Bbc e per la Rai sulla tensione attuale fra i risultati del test del c14, risalente a vent’anni fa, e i nuovi studi sulla Sindone. A Torino mi è stato permesso di avere un accesso privilegiato alla Sindone per filmarla in alta definizione per la prima volta. Poco dopo mi è stato chiesto di girare il documentario ufficiale per commemorare l’esposizione attuale:  l’ho intitolato Shroud.
La rivoluzione digitale ha reso possibile a un regista concepire una serie di immagini e sapere che la tecnologia, in mani esperte, può renderle reali. La Sindone è un soggetto unico e adatto a essere ripresa in 3d perché contiene già in se elementi tridimensionali. Il nuovo documentario si pone la domanda legittima: è questa l’epoca per la quale è nata la Sindone?
Il mio prossimo obiettivo sarà trovare un modo per portare la storia della Sindone a un pubblico più ampio in tutto il mondo (Osservatore Romano).

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