Dress Codes

La rassegna stampa di SPIN (14-09-2015)

rassegna
Scritto da vocealta

rassegnaLa principale notizia di oggi è il dietrofront tedesco in tema di accoglienza: l’afflusso imponente di profughi ha allarmato Lander e opinione pubblica, la Germania ha così sospeso Schenghen e chiuso le frontiere. Pensioni, il governo frena sulla riforma per i paletti dell’Ue: uno studio della Ragioneria spiega le ragioni della cautela verso modifiche alla legge Fornero.

 

 

Immigrazione

 

Sul Quotidiano nazionale spiegato bene da Roberto Giardina l’effetto prodotto dalle nuove decisioni della Germania. Nelle stesse pagine Luca Bolognini parla con il sottosegretario agli affari europei, Gozi: «Berlino ha ricevuto una lezione. La crisi va risolta a livello europeo, servono politiche comuni».

 

Su Repubblica l’intervista pubblicata dal Die Welt al ministro degli esteri italiano, Paolo Gentiloni: «Troppa pressione su Italia e Germania. L’Europa ora si muova o rischia il baratro. I rifugiati vanno distribuiti equamente. Per salvare Schengen serve diritto d’asilo dell’Ue. L’alleanza tra Roma e Berlino deve servire a risolvere la crisi».

 

È caos dopo la giravolta di Berlino. Marco Esposito intervista per il Mattino il politologo Gian Enrico Rusconi: «stiamo andando verso la fine dell’Europa. Questa Europa non ha neanche la forza di morire. Dal vertice di Bruxelles non arriverà la presa d’atto che l’Europa è finita ma ci sarà il solito comunicato che non dice niente». Sul comportamento tedesco: «c’è stata una scelta generosa ma difficile da realizzare: un conto è parlare di 500 mila persone, altra cosa è vederli per strada. Mi chiedo perché il ministro dell’interno, Thomas de Maizière, non abbia parlato prima». Conclusione: «ora il gruppo di Visegrad dirà: avete visto che avevamo ragione noi?».

 

Interessante il commento su Repubblica da parte dello storico Agostino Giovagnoli, autorevole intellettuale cattolico, che si occupa del dilemma dell’accoglienza e che mette in luce una frattura in Europa tra due diversi progetti di unione: quello della ricerca dei più affini contro quello della convivenza tra diversi.

 

Stefano Montefiori sul Corsera spiega che i migranti «non sognano più la dolce Francia». Nelle stesse pagine, Fiorenza Sarzanini si occupa di quote e centri di accoglienza e identificazione ed espone le condizioni dell’Italia alle richieste europee: cambiare il trattato di Dublino, lasciare aperte le frontiere terrestri per evitare di rimanere stretta tra gli arrivi via mare e l’impossibilità di far uscire chi rifiuta il foto segnalamento perché vuole chiedere asilo altrove».

 

Politica

 

Secondo la Stampa, con Ugo Magri, «Berlusconi ora con Salvini gioca al gatto col topo. Il Cav ha detto a Putin: l’unico capace di battere la sinistra è ancora questo vecchietto di 80 anni…».

 

Sul Fatto Quotidiano, Fabrizio d’Esposito parla con Paolo Cirino Pomicino. L’ex ministro osserva: la battaglia di Renzi è una battaglia di potere, le altre erano civili e religiose. Craxi sapeva che la sua maggioranza politica lo era anche nel Paese. Oggi abbiamo maggioranze di governo che sono minoranza nel Paese.

 

Antonella Coppari intervista l’esponente Ncd, Fabrizio Cicchitto: mai più con Berlusconi. Sono provocazioni quelle che rappresentano Alfano già nel Pd. È evidente che c’è un tentativo di destabilizzare la nostra alleanza con Renzi.

 

Giustizia

 

Grazia Longo per la Stampa si occupa di un tema delicato: «a luglio è stata sfondata la soglia dei 600 milioni pagati dallo Stato italiano (dal 1992 a oggi) a quasi 24 mila persone per ingiusta detenzione». Si parte dall’ultimo «caso noto, quello di Mirko Eros Felice Turco, 35 anni, di Gela, che ha appena riconquistato la libertà dopo 11 anni di carcere per due omicidi che non aveva commesso». Spazio alla posizione del vice ministro, Enrico Costa: «applicare la responsabilità disciplinare ai magistrati».

 

Economia

 

Il presidente di Banca Mediolanum, Ennio Doris, parla con Fabio Pozzo su La Stampa e annuncia: «Tra pochi mesi la rivoluzione delle banche. Gli sportelli destinati a sparire, i dipendenti saranno sempre meno. Il risiko del credito non ci interessa, guardiamo a reti di promotori. Più hi tech e meno filiali, le altre banche dovranno copiarci». A proposito di quota Fininvest: «se il 20 per cento andrà sul mercato, siamo interessati a rilevarne una parte. Una cosa è certa: chi vorrà entrare dovrà inevitabilmente coinvolgerci». Sulla riforma del governo: «la crisi è stata terribile ma ora siamo sulla buona strada. In un’economia interconnessa però, conta soprattutto quello che fanno gli altri».

 

Sul quotidiano il Tempo, Raffaele Fitto è intervistato da Michele De Feudis all’indomani dell’apertura della Fiera del Levante senza Renzi: «il premier l’ha disertata perché non aveva nulla da dire. Il piano Marshall del governo per il sud? Fino a oggi solo chiacchiere».

 

Su Affari e Finanza il punto sul Sudafrica in un pezzo a firma Daniele Mastrogiacomo: «un mix di fattori mette in ginocchio la già fragile economia del Paese. Le miniere aurifere si stanno esaurendo e il mercato non tira più, ma ora si inserisce il rallentamento della Cina e quello collegato di tutte le materie prime».

 

Ancora su Affari e Finanza, Giampaolo Visetti nella rubrica Far East si occupa di Putin e Xi Jinping: «Cina e Russia sempre più vicine, uniscono le forze per neutralizzare sanzioni economiche e boicottaggi dell’occidente. L’abbraccio del 3 settembre tra i presidenti dei due Paesi a Pechino, come già a Mosca in maggio, è stato eloquente». E si legge: «due miliardi di dollari saranno destinati a dieci accordi bilaterali, con un occhio di riguardo al turismo e alle infrastrutture della recuperata via della Seta, per connettere rapidamente e in modo competitivo Asia ed Europa. Pechino e Mosca, energia a parte, vogliono raddoppiare entro il 2018 un interscambio annuo pari a circa 60 miliardi di dollari. Target realistico, che dovrebbe far riflettere Washington, Tokyo e le divise capitali dell’eurozona».

 

Esteri

 

Corbyn nuovo leader del Labour, ormai schiacciato a sinistra. Paolo Valentini per il Corsera intervista il tedesco Otto Schily che attacca: «Le ricette di Corbyn sono fallimentari. Occorrono risposte nuove alla disuguaglianza». E nelle stesse pagine Michele Farina descrive come si sia scatenata la faida interna al partito. Negli ultimi due giorni una decina di deputati hanno lasciato il governo ombra.

Interessante il taglio offerto da La Stampa con Alessandra Rizzo: «Corbyn unisce gli elettori ma si trova senza partito. Ben 15 mila nuovi iscritti ai laburisti in 24 ore, ma il governo ombra non c’è».

 

Sempre sul quotidiano diretto da Calabresi, Antonella Rampino considera quasi fatto l’accordo tra Tripoli e Tobruk per un governo di unità in Libia. Così almeno sostiene il mediatore Onu Bernardino Leon. L’intesa trovata sull’azzeramento delle cariche istituzionali per escludere così il generale Haftar.

 

Ancora su La Stampa, un articolo di Paolo Mastrolilli a una settimana dalla visita storica del Papa negli Usa. Ci sarebbe piena sintonia tra l’amministrazione Usa e gli obiettivi di Francesco. Vedremo.

 

Sul Fatto Quotidiano, Roberto Zanini si dedica a monsignor Jean Luis Cipriani, il «cardinale copia e incolla che truffò i Tupamaros. Su El Comercio scoperti gli articoli del primate copiati di sana pianta dai passi del libro ‘Communio’ di Joseph Ratzinger e dall’enciclica di Paolo VI». E ancora: «Dopo l’assalto dei guerriglieri nella sede giapponese fece da mediatore nascondendo microfoni nei viveri. Furono massacrati tutti».

 

Sul Giornale, Magdi Cristiano Allam scrive: «abbiamo ignorato Ratzinger (vedi discorso di Ratisbona), ma nove anni dopo l’Islam è più forte».

 

Cultura e sport

 

Bella intervista di Mario Vargas Llosa a Repubblica, a firma Annarita Briganti. Il grande scrittore viene stimolato su diversi argomenti, dal ruolo dell’intellettuale alla crisi del presente. «Come diceva anche Borges, il talento è un mix di fantasia e precisione».

 

Ancora su Repubblica, a firma Enrico Sisti, intervista a Flavia Pennetta che annuncia il ritiro dopo la clamorosa vittoria agli Us Open: «Lo sport ti logora soprattutto nella testa. E io mi tengo tutto dentro. Avevo già deciso. La vera miccia che mi ha acceso il cuore è stato l’ultimo Roland Garros: avevo voglia di andarmene. Non è strano?». E ancora: «sentivo di non essere più disposta a competere in ogni momento. Il tennis resta nella mia vita ma mi vedo mamma tra qualche anno»-

 

Riguardo l'autore

vocealta