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La questione Europa

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Scritto da vocealta

europaNonostante l’imminente scadenza elettorale, la questione “Europa” (e non semplicisticamente Euro) è relegata in secondo piano.  Eppure il tema offre infiniti motivi di scontro e confronto, ed una mole spropositata di argomentazioni per battagliare nei talk show come nelle agorà  reali e virtuali.

Sono invece le vicende interne a monopolizzare il dibattito, a riprova non solo del provincialismo di cui soffre la politica nostrana, quanto dell’incapacità di capire in pieno che da tempo le sedi decisionali, le stanze dei bottoni di nenniana memoria, si sono dislocate altrove, in luoghi ben più distanti e impermeabili dai palazzi romani e spesso, purtroppo, dallo stesso controllo popolare.

E’ proprio a causa di questi nostri limiti che ci troviamo oggi a denunciare un’Europa dal cuore tedesco, un’Europa che non incide perché non decide, un’Europa che non guarda al Mediterraneo, un’Europa senza un più un progetto ed un’anima. Un’Europa, in cui lo stesso concetto di democrazia si svilisce e perde il suo valore originario.

Il quesito su cui però dovremmo interrogarci non è se “più o meno Europa” (una scelta superata dai tempi e dai processi della storia) ma “quale Europa” essendo questa, allo stato, un oggetto del mistero.

Se l’ipotesi dell’uscita dall’euro appare, almeno nell’immediato, una via impercorribile, ha invece senso chiedere non un semplice “cambio di passo” – posizione debole e subalterna, ma un vero e proprio “cambio di strategia” dell’attuale visione europeista, fin qui rivelatasi miope, e delle politiche economiche e monetarie connesse.

Nelle piazze come nei teatri, negli incontri e nelle cene che faremo con i nostri candidati al Parlamento europeo – riformisti doc per storia, cultura e vocazione – discuteremo di questo. Diremo con forza che l’Italia non può fare a meno dell’Europa, e l’Europa non può fare a meno dell’Italia. Un rapporto biunivoco, alla pari. Non certo di subalternità. Perché questa Europa così com’è, non può che non piacere. Cambiarla, è una necessità ancor prima che un dovere!

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