L'Italia resta anche quest'anno tra le 35 peggiori economie al mondo per dipendenza dal contante: quello in circolazione continua ad aumentare ed è tra i valori più alti dell'Eurozona rispetto al Pil: l'11,8%. Lo dice una anteprima dell'indice realizzato dall'osservatorio della Community cashless society, fondata The European House-Ambrosetti, che verrà presentato il 4 aprile. Il Cash intensity index, lanciato nel 2017, misura il livello di dipendenza di un'economia dal contante, mappando 95 economie del mondo e calcolando appunto l'incidenza del circolante sul Pil. L'Italia, in questa mappa, è una nazione a medio-alta cash intensity. L'incidenza è dell'11,8%, in leggero peggioramento dall'11,6%. Se al top della classifica delle 35 "peggiori economie globali" c'è il Gambia (31,2%), l'Italia è 32/a. Spiccano nella classifica anche il 7/o posto del Giappone (18,7%) e il 30/o della Spagna (11,9%). In Italia il contante in circolazione continua ad aumentare mantenendosi su valori più elevati dell'Eurozona (media dell'11%); ed è anche il paese in cui dal 2008 al 2017 è maggiormente aumentato il valore dei prelievi dai bancomat (+8,1%) rispetto a Germania (+2,1%), Francia (+2,3%) Spagna (+0,5%) e Regno Unito (dove addirittura è calato dell'1,3%). Ma la moneta digitale avanza anche in Italia, visto che secondo l'osservatorio è il paese dove nell'ultimo quinquennio è cresciuto più velocemente il numero dei Pos installati, sostenendo la crescita delle transazioni con carte di pagamento, sempre più contactless.