Brusca frenata per l’economia italiana. L’Istat ha aggiornato i dati del terzo trimestre e ha rilevato che il Paese ha rallentato drasticamente. Nel terzo periodo dell'anno, infatti, il Prodotto interno lordo – corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato – è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e aumentato dello 0,7% rispetto allo stesso trimestre del 2017. Si tratta del primo dato negativo dopo 14 trimestri di crescita. Il dato provvisorio parlava invece di una crescita zero e di un +0,8% tendenziale.
Il governo, nella Nota di aggiornamento al Def, prevedeva di chiudere l'anno con una crescita dell'1,2%. Se alla fine di dicembre la spinta economica fosse ben inferiore, ci sarebbero ovviamente ripercussioni anche sull'abbrivio per il 2019, che il governo punta a chiudere in crescita dell'1,5%, indicazione già ritenuta ottimistica da molti osservatori internazionali e domestici.
L'Istat segnala inoltre che nel terzo trimestre del 2018 ci sono state due giornate lavorative in piu' rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al terzo trimestre 2017. Rispetto al trimestre precedente tutti i principali aggregati della domanda interna registrano diminuzioni con un calo dello 0,1% dei consumi finali nazionali e dell'1,1% per gli investimenti fissi lordi. Sono crescite invece le importazioni dello 0,8% e le importazioni dell'1,1%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,3 punti percentuali alla crescita del Pil. Dal lato dell'offerta per beni e servizi si registra un andamento congiunturale positivo soltanto per il valore aggiunto dell'agricoltura (+1,6%) mentre quello dell'industria e dei servizi e' diminuito rispettivamente dello 0,1% e dello 0,2%