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Io sono leggenda: da Richard Matheson a Will Smith

Sono veramente in pochi a saperlo ma “Io sono leggenda”, il film campione di incassi con protagonista Will Smith e regista Francis Lawrence, è tratto direttamente da un libro, neppure troppo recente: “I am legend” di Richard Matheson. Un’opera del 1954!
Un libro splendido, da leggere assolutamente per comprendere un genere letterario ben preciso; un capolavoro contemporaneo dal quale il mondo del cinema ha attinto direttamente almeno tre volte (nel 1964 con L’ultimo uomo sulla Terra, di Ubaldo Ragona con Vincent Price; nel 1971 con 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra, di Boris Sagal con Charlton Heston e, infine, nel 2007 con Io sono leggenda); un libro, ovviamente, snobbato nelle scuole superiori del Belpaese.
Dunque tre film per un libro praticamente sconosciuto, opera del genio di Richard Matheson. Chi è costui? Un genio, appunto. Uno sceneggiatore straordinario che, pur se sconosciuto al grande pubblico, è protagonista della cultura televisiva e cinematografica del secondo dopoguerra: è lui lo sceneggiatore di Star Trek, di Alfred Hitchcock presenta, di Ai confini della realtà; è lui che lavora con Steven Spielberg; è lui che adatta per lo schermo Cronache marziane e che scrive insieme a Carl Gottlieb la sceneggiatura per Lo squalo 3.
Ma chi lo conosce? Chi ha mai letto il libro di Matheson? Andatelo a chiedere nei nostri licei, anche agli insegnanti di Lettere, e godetevi le risposte!
Eppure il romanzo è avvincente quanto il film. E, naturalmente, con qualche variazione rispetto allo stravisto campione di incassi del 2007.
Quando, a metà degli anni ’50, Matheson scrive I am legend nessuno poteva pensare ad un’epidemia generata dal virus del morbillo geneticamente modificato e originariamente concepito per combattere il cancro. Tantomeno poteva trasformare  il protagonista Robert Neville nell’eccezionale virologo militare sopravvissuto che ha votato la sua esistenza a trovare un vaccino al virus di Krippen.
Nel 1954 il mondo ha visto soltanto la bomba atomica. Logico che il faro di Matheson sia Bram Stoker. Logico che i mostri infetti rappresentati sul grande schermo nel 2007 siano, per Matheson, dei semplici vampiri.
Ma questo Dracula moderno firmato dallo scrittore di Brooklyn è avvincente, non ha nulla della copia. Nel romanzo di Matheson, come nel film, Robert Neville torna a casa dopo una giornata di duro lavoro. Cucina, pulisce, ascolta un disco, si siede in poltrona e legge un libro. Eppure la sua vita non è normale, soprattutto dopo il tramonto. Già, perché Neville è l’ultimo uomo sulla Terra. L’ultimo umano sopravvissuto in un mondo popolato da vampiri. Nella solitudine che lo circonda, Robert esegue la sua missione, studia il fenomeno e le superstizioni che lo circondano, cerca nuove strade per lo sterminio delle creature delle tenebre. Durante la notte se ne sta rintanato nella sua roccaforte, assediato dai morti viventi avidi del suo sangue. Ma con il sorgere del sole è lui a dominare il mondo, ogni giorno di giorno, ripetendo all’infinito uno snervante e meccanico rituale quotidiano. In questo mondo Robert Neville, con la sua sconvolgente unicità, si è già trasformato in leggenda.
Il racconto dello scrittore americano ricorda, senza nemmeno troppo sforzo, Rinoceronte, il capolavoro teatrale di Eugen Ionescu.
Il libro di Matheson, con uno stile avvincente e un finale che lascia a bocca aperta, è una lettura ideale per chi ha visto e apprezzato l’eccezionale remake cinematografico del 2007.

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