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Intercettazioni, in Italia cento volte più che altrove

“Partono solo secchiate di fango e si risolveranno solo in secchiate di fango perché non ci sono reati che emergono con certezza”. Il premier è stato di nuovo chiaro in merito allo spinoso tema delle intercettazioni. E mercoledì,  in occasione della conferenza stampa dei Promotori della Libertà,  ha sottolineato: “Siamo già tutti sottoposti al controllo dei telefoni. E’ oggi è uno stato di polizia. E’ un sistema barbaro”
Gli fa eco il portavoce Pdl Daniele Capezzone: “Il presidente Berlusconi ha totalmente ragione. Al contrario, mi pare che il Pd, ancora una volta, ceda al giustizialismo,e si prepari a difendere uno stato di cose indecente in materia di intercettazioni”.  
“Basta un dato – ha argomentato l’esponente azzurro – per capire a che punto siamo: nel 2007, sono state intercettate 124mila persone in Italia e solo 1700 negli Usa, che hanno cinque volte la nostra popolazione”.
E ha poi concluso: “E’ una follia, che richiede un giro di vite a tutela del diritto dei cittadini italiani a non essere spiati e schedati. E’ gravissimo che l’opposizione non capisca o faccia finta di non capire”.
“E’ sempre sorprendente – ha affermato Lucio Malan a la Discussione – vedere attribuite ad una persona  che si frequenta qui al Senato frasi molto gravi, come quelle che abbiamo letto sui giornali”. Il senatore del Popolo della Libertà commenta così la vicenda che ha coinvolto il collega Di Girolamo.
“Ad ogni modo – ha aggiunto Malan – questa situazione deve far riflettere sulla necessità di una regolamentazione dello strumento delle intercettazioni, i cui contenuti vengono dati in pasto all’opinione pubblica indipendentemente dal fatto che chi ne è protagonista, o chi viene citato, abbia commesso dei reati o sia sospettato di averne commessi”.
“Già così – ha proseguito – con la diffusione di quei testi si viene infangati. E’ un’irruzione nella privacy che ci da pensare”.

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