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Iniziata la Direzione Pd, si cerca la mediazione

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È iniziata con quasi un’ora di ritardo la Direzione del Partito Democratico che avrebbe dovuto formare la volontà collettiva dei dem circa l’invito del Presidente della Repubblica ad avviare un esecutivo condiviso con i 5S. Tuttavia, domenica sera Matteo Renzi, ospite di Fazio su Rai1, aveva manifestato la sua contrarietà a un accordo con i pentastellati, dichiarazione che seguiva e precedeva molte altre simili provenienti dallo stesso Pd. Tutte posizioni in contrasto con quelle del segretario reggente Maurizio Martina, che aveva appunto convocato per oggi la Direzione. Una riunione, però, che viene dopo la chiusura da parte di Luigi Di Maio delle trattative fra M5s e Pd, e dopo la nota diramata stamattina dal Quirinale che commentava aspramente l’incapacità dei partiti, convocando un nuovo giro di consultazioni lunedì.

I membri della Direzione sono arrivati al Nazareno chi in auto, chi a piedi, nel consueto gruppo di cronisti che affolla Via di Sant’Andrea delle Fratte in queste occasioni. Accanto a loro, anche dei militanti divisi in due formazioni: la prima schierata contro un accordo Pd-5s, l’altra contro un avvicinamento dei dem al centrodestra. Uno dei contestatori ha anche avuto un veloce scambio di battute con Gianni Cuperlo. L’esponente della sinistra del Pd, infatti, è stato accusato di non aver rispettato un segretario eletto con milioni di voti a capo del partito, né il voto del 4 marzo dato ai dem, che avevano aspramente fronteggiato la campagna elettorale a cinque stelle. Il deputato ha risposto di aver sempre rispettato e onorato il partito, dicendo liberamente la sua. 

La Direzione si sta svolgendo a porte chiuse e non ci sarà alcuna diretta streaming. Da fonti vicine al Nazareno, tuttavia, si apprende che il ritardo nell’avvio della riunione è dovuto alla redazione di un documento condiviso ad opera dei “pontieri” fra le due ali del partito. Dopo le dichiarazioni di dirigenti come Alessia Morani, che ha definito la segreteria di Martina come «non in discussione», sembra scongiurata l’ipotesi della scissione, ma, come fa notare anche il dem Damiani, «non si può escludere niente».

All’avvio dei lavori della Direzione, il Presidente del Pd Orfini ha annunciato la sua intenzione di chiudere entro le 20 con un voto netto dal quale uscirà una posizione chiara. La parola è dunque passata al segretario reggente, Maurizio Martina, che dopo un augurio affettuoso al presidente emerito Giorgio Napolitano, ha espresso il suo rimprovero nei confronti delle divisioni interne e delle liste di proscrizione, come quelle apparse nel sito www.senzadime.it, messo online ieri da un attivista non iscritto al Pd. L’ex ministro alle Politiche Agricole ha poi rivendicato gli sforzi fatti per la coesione e per rilanciare i propri ideali contro quel Movimento 5 stelle che ha eroso i consensi per il Pd tanto da causare quella che lo stesso Martina definisce come «la sconfitta più netta della nostra storia». «Per noi il tema non è mai stato votare Di Maio Premier. – ha infatti dichiarato il segretario in Direzione – Ma una sfida politica e culturale sul cambiamento per fare uscire tutte le loro contraddizioni».

Dopo la chiusura, dunque, ribadita anche da Martina, la parola passa all'on. Silvia Fregolent e quindi al ministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda. «Se non possiamo pensare a un governo politico l'unica cosa che possiamo proporre è un'alleanza istituzionale» ha dichiarato l'ex deputato di Scelta Civica, definendo il voto dem a un governo Di Maio come «improponibile». Così mentre il delfino di Luca Cordero di Montezemolo assolve Renzi per aver detto la sua a Che tempo che fa («è una figura di spicco, può farlo» avrebbe detto Calenda), il sindaco di Bologna Virginio Merola accusa l'ex premier, bollando il suo intervento come «irrispettoso».

La Direzione Pd proseguirà nelle prossime ore, mentre i renziani sembrano rassegnati a deporre l’ascia di guerra. Non ci sarà una conta, ma solo una votazione sull’operato di Martina, finalizzata a dare al segretario reggente la legittimazione utile a traghettare il partito verso il Congresso e la nuova segreteria. 

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