Una svolta nello storytelling delle elezioni politiche dei principali paesi europei nell’ultimo periodo. In Spagna infatti i socialisti vincono le elezioni, confermando il premier uscente Pedro Sanchez, senza tuttavia poter delineare una chiara maggioranza.
A vincere le elezioni è il Partito Socialista Operaio guidato da Sachez, che ottiene 123 deputati distaccando ampiamente tutte le formazioni rivali. Nonostante le difficoltà nel predisporre un nuovo esecutivo, il nuovo probabile premier (già in carica dal 2018 a seguito della sfiducia al precedente governo a guida popolare di Mariano Rajoy) ha ricordato che con la vittoria del Psoe «ha vinto il futuro e ha perso il passato». La vicepremier del Psoe Carmen Calvo ha ribadito inoltre alla radio “Cadena” che la formazione socialista ha intenzione di provare a formare un governo da solo, eventualmente tramite una serie di alleanze con i diversi partiti indipendentisti che ancora una volta hanno registrato risultati importanti. Ma è una vittoria anche per la democrazia, con un aumento dell’affluenza del 9,30% pari al record del 75,78 percentuale degli aventi diritto.
Il Partito Popolare, principale partito di centrodestra guidato da Pablo Casado, si conferma come secondo partito del paese, tuttavia dimezza i propri seggi, scendendo a 66 alla Camera. Si confermano come realtà politiche di primo livello Ciudadanos (57 seggi, 25 in più rispetto alle precedenti elezioni, guidato da Albert Rivera e di posizioni centriste) e Podemos (42, subendo un brusco tracollo rispetto ai 71 della larga coalizione del 2016, di posizioni socialiste e di sinistra) mentre per la prima volta fa il suo ingresso Vox, partito di centro-destra ascrivibile ai similari partiti euroscettici e populisti europei, guadagnando 24 deputati, ma registrando un ridimensionamento rispetto ai precedenti sondaggi. Importanti presenze tra i partiti autonomisti ed indipendentisti, quali i 22 deputati catalani provenienti dalla Sinistra Repubblicana e da Junts, 10 deputati baschi dal Partito Nazionale Basco ed Euskal Herria, oltre ad esponenti autonomisti delle Canarie, della Navarra, della Comunità Valenciana e dalla Cantabria.
A poche settimane dalle elezioni europee in Spagna e nel resto dell’Europa, le elezioni iberiche potrebbero influenzare i sondaggi e il voto negli altri paesi dell’Unione, ma al contempo proprio da Madrid aumentano le preoccupazioni verso le spinte indipendentiste delle proprie province che, come effetto, hanno rafforzato dall’altro lato le formazioni sovraniste e nazionaliste.