Politica

Il rapper che preferisce il lavoro alla piazza: “Ragazzi datevi da fare”

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Scritto da vocealta

fabri_fibraLeggi Fabbri Fibra e capisci che in fondo nulla è ancora perduto. Che esistono e resistono in questo strano Paese artisti in grado di superare la banalità del luogo comune. In un periodo in cui l’indignazione è di moda, la politica è il male assoluto e la retorica borghese dei buoni sentimenti la fa sempre più da padrona, ecco che, come d’incanto, il rapper più applaudito d’Italia rivendica senza soggezione alcuna la sua autentica libertà in un’intervista concessa a Paolo Giordano del Giornale.

Altro che escort, piazze, forche o precariato. La ribellione qui tocca lo stato puro, se ne infischia altamente delle ideologie o di altri falsi miti del Novecento. Va oltre i confini del consumato antiberlusconismo e sbugiarda la morale al caviale dei salotti radical chic. Qui c’è semplicemente un ragazzo che chiede ai suoi coetanei di rimboccarsi le maniche e di darsi da fare, lontano dalle prediche dei veri cattivi maestri degli anni Duemila. Chiede ai giovani di essere protagonisti e non semplici spettatori della loro vita. Perché, udite udite, la colpa non è solo del sistema: “Manca la voglia. Qui pochi sanno far bene il proprio lavoro, pochi si impegnano”. Idea elementare e impetuosa. Che fa tanto rumore nell’Italia patinata e politicamente corretta del “tutto è dovuto” o della “colpa è sempre degli altri”.

Questa sì che è Controcultura (come intitola il suo ultimo album). “Un concetto genuino – spiega l’attuale idolo dei teenager – con pochi fronzoli e molta essenza”.

Bisognerebbe in effetti ritrovare un po’ di senso pratico, spogliato di quei buoni propositi che hanno bloccato e anestetizzato la società. Altro che fiori nei cannoni, amore fraterno o pacifismi e ambientalismi vari. L’uomo ha innanzitutto il diritto e il dovere di realizzarsi, di mandare avanti la carretta e di riuscire ad arrivare a fine mese. Filosofia che farà storcere il naso ai tanti puristi del terzo millennio, ma che è sin troppo efficace per la sua sconvolgente leggerezza.

“Con l’amore non costruisci nulla se non hai un lavoro”, tuona sul Giornale Fabri Fibra. Vallo a spiegare a quell’esercito brizzolato di reduci sessantottini che pretende ancora di “rinnovare” questo benedetto Paese.

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