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Il ministro Moavero sull’Unione Europea: «L’istituzione va resa più vicina al cittadino»

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È intervenuto per primo al dibattito “The State of the Union” presso l’Istituto universitario europeo a Firenze il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, proponendo alcune riflessioni sulla situazione attuale dell’Unione Europea e il prossimo appuntamento elettorale.

«Quanta cattiva educazione – così apre il ministro – quanta cattiva informazione sull'Europa ascoltiamo quotidianamente. Fermarsi a riflettere è particolarmente importante alla vigilia delle elezioni Europee». Moavero ha parlato delle sfide, delle opportunità e delle idee che possono essere affrontate congiuntamente a livello europeo, criticando gli scettici verso l’Europa.

«Non possiamo non dirci europei, anche se a guardare le cronache sembrerebbe a volte di dover pensare il contrario – prosegue – non ce ne rendiamo conto appieno, ma tutti noi europei abbiamo sviluppato una sorta di sentimento di affiliazione europea, che se ci riflettiamo si è affiancato, sovrapposto al sentimento nazionale e locale che ognuno di noi ha».

La crisi sostanziale che l’Unione sta affrontando al momento, come sostiene il politico romano, è stata la mancata riforma delle istituzioni a seguito della realizzazione della moneta unica e delle aperture verso l’est dell’Europa, un blocco che oggi non permette di affrontare in modo dinamico sfide quali la crisi finanziaria e i flussi migratori.

«Il sistema che si è cercato di introdurre – ha spiegato – con le revisioni dei trattati ad Amsterdam, Nizza, Lisbona, non dimentichiamo il tentativo di trattato costituzionale, non risolve la situazione, anche se con ognuno di questi passaggi c'è un segnale positivo, con maggiori decisioni a maggioranza in seno al consiglio».

Una soluzione potrebbe essere l’emissione di titoli di debito europei, ma è soprattutto l’esigenza di statisti lungimiranti e di obbiettivi chiari che si possano spiegare anche ai cittadini. Conclude Moavero: «è essenziale la chiarezza degli obiettivi per avere consenso: senza questo si perde. L'istituzione va resa più vicina al cittadino».

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