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Il Governo austriaco vuole espellere alcuni imam e chiudere sette moschee

Scritto da administrator

Il governo austriaco ha deciso di chiudere 7 moschee e di espellere alcuni imam accusati di finanziamenti illeciti dall’estero e violazione della legge nazionale sull’islam. Come dichiarato dal cancelliere austriaco Sebastian Kurz e dal ministro degli Interni Herbert Kickl, oltre a questi, rischiano l’espulsione altri quaranta membri dell’Atib, l’Unione turco-islamica per la collaborazione culturale e sociale in Austria.

La reazione del governo turco non si è fatta attendere grazie ai tweet di Ibrahim Kalin, portavoce di Erdogan: «Le scelte ideologiche del governo austriaco violano i principi della legalità internazionale, le politiche di integrazione sociale, i diritti delle minoranze e l'etica della coesistenza. I passi per normalizzare l'islamofobia e il razzismo vanno respinti in ogni circostanza». E ancora: «É il frutto dell'ondata anti-islamica, razzista, discriminatoria e populista. Il governo di Vienna vuole trarre vantaggi politici colpendo le comunità musulmane».

Arrivano commenti anche dall’Italia con il neoministro dell’Interno, Matteo Salvini, che elogia il provvedimento del pari ruolo Kickl: «Credo nella libertà di culto, non nell'estremismo religioso. Chi usa la propria fede per mettere a rischio la sicurezza di un paese va allontanato. Spero già la prossima settimana di incontrare il collega ministro austriaco per confrontarci su linee d'azione».

A indurre il provvedimento del governo austriaco è stato un articolo apparso sul quotidiano di sinistra Falter, che mostrava diversi bambini in uniforme militare che inscenavano la campagna di Gallipoli, una delle più cocenti sconfitte della Triplice Intesa (Gran Bretagna, Russia e Francia) contro l’Impero Ottomano, durante la Grande Guerra. I bambini rappresentavano la battaglia inneggiando al grande impero turco, sventolando bandiere e drappeggiando i corpi dei “finti defunti” con la bandiera di Ankara.

La moschea, gestita dall’Atip ha preso subito le distanze dalla rappresentazione storica, ma questo non è servito a evitare la dura punizione del governo austriaco.  

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