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Il DNA smentisce il giornalismo conformista

Dopo quasi un mese dall’inizio delle indagini, si scopre che il Dna non corrisponde. Non sono stati i due romeni, arrestati, i violentatori della Caffarella. Dopo titoloni di giornali, inchieste e talk show si scopre, con l’unica prova incontrovertibile come quella del Dna, che non sono loro i mostri affrescati a tinte fosche sui giornali di tutta Italia.
I due, portati in caserma, con tutto ciò che ne consegue per due romeni accusati di stupro, hanno “confessato”. Salvo poi ritrattare davanti al Giudice.
Erano stati accusati anche dello stupro del 21 gennaio, quello ad una signora di 41 anni notata dai suoi aggressori ad una fermata dell’autobus nel quartiere di Primavalle. E adesso si scopre che la signora “avrebbe avuto incertezze” nel riconoscimento dei due romeni. Inoltre, pare che, nella prima descrizione, la giovane della Caffarella avesse parlato di “un uomo con i capelli lunghi e il naso schiacciato”. Anche questo si scopre adesso.
Come mai i giornali non abbiano dato risalto a questi piccoli “dettagli”, è presto detto: l’interpretazione degli articoli doveva essere univoca.
E’ il giornalismo conformista di questa bella Italia.
Proviamo a vedere cosa succederà in futuro.
Visto il tempo passato, probabilmente i due romeni resteranno gli unici indiziati. Con la prova del Dna a loro favore, verranno probabilmente scarcerati dalla prossima decisione del Tribunale delle Libertà. Allora si alzeranno tutti i benpensanti che non sanno cosa sia la Giustizia, tutti in coro a gridare che “è uno scandalo”.
I pubblici ministeri, e i commissari di Polizia, si incaponiranno nel processo, portandolo alle calende greche. Le vittime e i loro parenti, aizzati da ogni deficiente presente sulla Terra, confonderanno la Giustizia con la vendetta: preferiranno una condanna ingiusta nei confronti dei due romeni, piuttosto che la riapertura delle indagini.
Poi il processo si potrà snodare su due versanti. Uno: il Giudice applica la Legge e li assolve, attirandosi le ire dei parenti e il fango dei giornali. Due: il Giudice, per pavidità, li condanna interpretando allegramente la Legge.
Resta un fatto, i PM incaponiti diventeranno eroi, i due romeni bestie che hanno avuto anche il coraggio di difendersi. Il Giudice, a seconda dei casi, sarà “complice” oppure influenzabile dal clima e non dalla Legge. Le vittime saranno sempre coloro che hanno subito le violenza, ma lo saranno tre volte: la prima per mano di due bestie non identificate, la seconda per mano dei magistrati che hanno indagato male, la terza a causa di giornalisti che continuano a fare i filosofi irresponsabili piuttosto che informare.

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