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IL CASO TUPOLEV SCUOTE I RAPPORTI TRA RUSSIA E POLONIA

Dopo mesi di “idillio” tra polacchi e russi, nato in modo insperato dallo schianto, il 10 aprile scorso, dell’aereo presidenziale e la scomparsa dell’allora presidente della Repubblica di Polonia, Lech Kaczynski, insieme a larga parte della classe dirigente del suo Paese, si è verificato un motivo di contrasto tra le due nazioni proprio a proposito dell’indagine condotta dalla commissione d’inchiesta russo-polacca sulla caduta del vecchio Tupolev in territorio russo.
Jaroslaw Kaczynski ha respinto come «una presa in giro contro la Polonia» il rapporto russo sulla tragedia aerea di Smolensk, in cui morì il fratello gemello Lech. Secondo Jaroslaw Kaczynski il rapporto si basa su «speculazioni” non provate» ed è «completamente sbilanciato» da una parte. L’ex primo ministro, ora alla guida del partito conservatore di opposizione Legge e Giustizia, accusa infine il primo ministro Donald Tusk di aver permesso alla Russia di prendere la guida dell’inchiesta senza permettere all’Unione Europea di svolgere una maggior ruolo. A suo parere l’incidente aereo è stato causato da un errore dei controllori aerei russi. Il rapporto diffuso oggi da Mosca afferma che i piloti polacchi decisero atterrare comunque all’aeroporto militare Severny di Smolensk, malgrado le pessime condizioni meteo, assumendosi rischi eccessivi nel timore di contrariare il presidente Kacszynski.
Da parte russa è mancato quantomeno il tatto e l’attenzione necessari per non indispettire i polacchi. Nel rapporto consegnato al governo polacco si sostiene che «la prevedibile reazione negativa del passeggero principale» a un eventuale cambio di aeroporto «creò una pressione psicologica sull’equipaggio e influenzò la decisione di procedere all’atterraggio quali che fossero le condizioni meteorologiche». A questo si aggiungono «sostanziali lacune nell’addestramento dell’equipaggio, nella preparazione del volo e nella scelta di un aeroporto alternativo». I risultati dell’inchiesta sono stati illustrati in una conferenza stampa dal capo del Comitato interstatale russo per l’aviazione (Iac), Tatiana Anodina. La Anodina ha confermato «la presenza nella cabina di pilotaggio del comandante dell’Aeronautica militare e del capo del protocollo», presenza che contribuì a creare pressione sui piloti. Nel sangue del generale dell’aeronautica, tra l’altro, è stata riscontrata la presenza di alcol di 0,6 milligrammi per litro. Nel rapporti si sottolinea che durante il volo di Stato l’equipaggio «fu ripetutamente informato della mancanza di condizioni adeguate per l’atterraggio dall’aeroporto Severny di Smolensk e dal pilota di uno Yak40 che era precedentemente atterrato». «Malgrado ciò», ha affermato la Anodina, «l’equipaggio del Tu-154 non volle atterrare in un aeroporto alternativo e questo fu l’inizio di una situazione critica durante il volo».
Le informazioni rese note da Mosca hanno infuocato il clima a Varsavia, tanto che il premier polacco, Donald Tusk, fautore di un rinnovato e amichevole rapporto con il governo russo, ha interrotto le vacanze e sta per rientrare in Polonia dalle nostre Dolomiti. I media polacchi hanno sottolineato che la scelta della data per la conferenza stampa a Mosca, in cui è stato presentato il rapporto della Commissione internazionale sull’incidente, ha colto di sorpresa i polacchi. Circa un mese fa la Polonia aveva criticato la prima bozza del rapporto, presentando un suo documento di 170 pagine con le proprie considerazioni sulla sciagura aerea. Ed in queste ore si fa appunto sentire il rappresentante speciale di Varsavia nel comitato aeronautico intergovernativo russo, Edmud Klich, affermando che ci sono errori nel rapporto reso noto dai russi: «Il rapporto è quasi interamente corretto» ha detto Klich alla radio polacca ZET, ma «è incompleto e contiene errori. Afferma che se l’equipaggio avesse rispettato l’ordine ‘Horizon’, sarebbe riuscito a deviare l’aereo verso una aeroporto di riserva. Non è vero, il comando è statao emesso troppo tardi. Non c’erano possibilità di deviare il volo» ha concluso Klich. Anche quando sembrano ad un passo dal superare la propria reciproca ostilità, Varsavia e Mosca finiscono inevitabilmente col dividersi.

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