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Il caso/ La pubblicità ingannevole dei pannolini Nappynat

Scritto da administrator

Pannolini illegali che danneggiano l’ambiente e mettono a rischio la salute dei bambini? E’ questo il trend topic che da qualche mese impazza nei principali forum dedicati alle mamme e alla maternità. Genitori disorientati e inconsapevoli travolti dall’uragano che ruota intorno ai pannolini Nappynat.

Attenzione!!! Pannolini NappyNat illegali!!! Come mi comporto?” Com'è possibile che siano ancora in vendita dei pannolini illegali?! Io li ho acquistati perché volevo un prodotto ecologico e mi sento truffata. Mi chiedo quanto possiamo fidarci di quello che leggiamo nelle etichette,” scrive allarmata Carla, mamma trentenne, chiedendo aiuto al forum Al Femminile.  Numerose le risposte preoccupate delle utenti. Rassegnata rottweiler85: “Li ho usati anche io, ma poi sono tornata ai pannolini che usavo prima. Alla fine una mamma cerca sempre il meglio per il suo cucciolo, ma al mondo di oggi fa tutto schifo a quanto pare!”. Simona su “Mammacheclub scrive “Immaginate che danno all’ambiente se vengono buttati tra i rifiuti organici pannolini non compostabili!!!!! Inoltre mio figlio ha una pelle delicatissima, ho acquistato questo pannolino perché naturale e poi scopro che non lo è davvero”.
La Rete è inondata di commenti di questo tipo.  Tutti denunciano il mancato ritiro dal mercato dei pannolini Nappynat nonostante le condanne subite.

Nel dicembre 2016, infatti, la nota marca di pannolini e prodotti per bambini Nappynat è stata multata dalla Agcm (Agenzia garante per la concorrenza e il mercato) per pubblicità ingannevole (provvedimento PS10389 – OLIVE ITALIA – PANNOLINI NAPPYNAT) a norma del Regolamento sulle procedure istruttorie in materia di pubblicità ingannevole e comparativa, pratiche commerciali scorrette, violazione dei diritti dei consumatori nei contratti, violazione del divieto di discriminazioni, clausole vessatorie (G.U. del 23 aprile 2015, n. 94). L’autorità ha infatti voluto punire la condotta dell’azienda volta alla “diffusione, attraverso le confezioni dei prodotti ed i siti internet www.nappynat.com/it ewww.nappynat.it, di messaggi pubblicitari per promuovere pannolini” attribuendo agli stessi caratteristiche di ecocompatibilità, quali la biodegradabilità, la compostabilità, la batteriostaticità e l’origine naturale delle materie prime impiegate che però “non sarebbero riconducibili a tali prodotti”. L’AGCM ha ritenuto che, nonostante “nelle comunicazioni promozionali i pannolini siano presentati come “naturali” (“100% naturali”, recita la pubblicità) e “prodotti con materie prime di origine vegetale”, l’affermazione pubblicitaria, già smentita dalle indicazioni riportate sulla confezione del prodotto relative alla “Composizione”, è da ritenersi non veritiera alla luce delle informazioni contenute nelle schede tecniche del prodotto versate in atti dal professionista, da cui risulta che i pannolini sono composti anche da materie plastiche che non possono certamente definirsi né “naturali” né tantomeno “di origine vegetale”. “Gli elementi acquisiti non confermano neppure la veridicità dell’attribuzione al pannolino Nappynat della caratteristica di biodegradabilità.” “Analoghe considerazioni possono essere svolte con riferimento alla spendita del claim “Compostabili”.

Il provvedimento è riemerso grazie alla scrupolosità e attenzione di alcune mamme non soddisfatte dalle prestazioni del prodotto. Un tam tam intenso che ha iniziato a stimolare il dibattito pubblico sul tema.

Tra i primi ad averne parlato Radio Cusano Campus, emittente radiofonica legata all’università telematica Niccolò Cusano, assai nota per i suoi scoop. Se ne è interessato anche l'Huffington Post. Più recentemente del caso si è occupata una testata dell'autorevolezza e del peso del "Venerdì" di Repubblica, sotto l'inequivicabile titolo – a proposito di Nappynat – "Pubblicità ingannevole. I pannolini eco che eco non sono". Secondo il settimanale del gruppo Espresso: "Lo scorso dicembre l’Antitrust ha multato la società produttrice del marchio Nappynat, la Olive Srl di Prato, per aver fatto uso di messaggi pubblicitari «ingannevoli» a danno di mamme sensibili alla salute dei neonati e alla salvaguardia dell’ambiente. L’azienda ha fatto ricorso al Tar del Lazio, che lo ha dichiarato inammissibile. Intanto però i pannolini “illegali” sono ancora in vendita sugli scaffali dei supermercati e sui siti di e-commerce. Così sono le consumatrici a passare parola: «Attente non sono ecologici». Olive Srl, difesa dall’avvocato Giuseppe Consolo, replica: «Forse stanno smaltendo le scorte, la nuova dizione è già stata presentata».

 

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