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I Prefetti potranno sostituire i sindaci sul degrado, è scontro

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La direttiva che il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha inviato a tutti i prefetti d'Italia, sollecita interventi dei prefetti, analoghi a quelli già adottati a Bologna e Firenze, per contrastare più efficacemente il degrado urbano con l'obiettivo di rafforzare la sicurezza delle città affiancando un nuovo strumento operativo a quelli già introdotti dal decreto sicurezza. Li invita a «convocare specifiche riunioni del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, nel cui ambito dovrà essere avviata una previa disamina delle eventuali esigenze di tutela rafforzata di taluni luoghi del contesto urbano».

 

Nella direttiva si legge: «All’esito di tale approfondita analisi che dovrà essere condotta con la massima celerità, il comitato potrà fornire il supporto necessario a declinare una complessiva strategia di intervento che contempli anche il ricorso al potere straordinario di ordinanza, di durata temporalmente limitata, qualora l’iniziativa non sia differibile all’esercizio degli strumenti ordinari se non incorrendo in quel danno incombente che si intende scongiurare con la sollecita adozione dell’atto».

 

La direttiva prosegue «Appare superfluo sottolineare l’importanza di questa azione che deve essere ispirata ai canoni della più ampia condivisione, con il coinvolgimento, dove la situazione lo richieda, di tutte le componenti, pubbliche o private, di volta in volta interessate, se del caso mediante specifiche sedute del Comitato metropolitano. Le risultanze dell’attività svolta dovranno essere tempestivamente comunicate all’Ufficio di Gabinetto, segnalando mediante una articolata relazione gli eventuali provvedimenti adottati. A partire dal prossimo 31 maggio, dovranno inoltre pervenire, con cadenza trimestrale, puntuali report sul monitoraggio condotto in relazione alle ricadute delle ordinanze adottate».

 

E ancora «L’esperienza nei territori ha evidenziato l’esigenza di intervenire con mezzi ulteriori ogni qual volta emerga la necessità di un’azione di sistematico 'disturbo' di talune condotte delittuose che destano nella popolazione un crescente allarme sociale A tale ultimo riguardo, uno dei temi di principale attenzione è quello delle cosiddette "piazze dello spaccio", il cui effettivo smantellamento presuppone l’inibizione alle aree maggiormente interessate dalla perpetrazione di tali illeciti».

 

Il ministro continua «L’obiettivo di salvaguardare, consolidandoli, i risultati raggiunti grazie alle nuove linee di intervento e strategie operative promosse negli ultimi mesi e realizzate anche attraverso una sempre più incisiva azione da parte delle Forze di polizia si impone all’attenzione dei custodi della sicurezza come improcrastinabile, al punto che, laddove non sia già stato perseguito utilizzando le possibilità offerte dal suddetto "pacchetto" normativo, ben può giustificare il ricorso ai poteri di ordinanza, funzionali a potenziare l’azione di contrasto al radicamento di fenomenologie di illegalità e di degrado che attentano alla piena e civile fruibilità di specifici contesti cittadini»,

 

«Tali strumenti di natura straordinaria, contingibile ed urgente, si pongono nel catalogo degli interventi astrattamente possibili per il conseguimento delle finalità indicate come un prezioso ausilio alle politiche locali in atto. A tal fine, è stato localmente sperimentato con successo il ricorso a provvedimenti prefettizi che vietano lo stazionamento a persone dedite ad attività illegali, disponendone l’allontanamento, nelle aree urbane caratterizzate da una elevata densità abitativa e sensibili flussi turistici, oppure che si caratterizzano per l’esistenza di una pluralità di istituti scolastici e universitari, complessi monumentali e culturali, aree verdi ed esercizi ricettivi e commerciali».

 

«Si tratta di ordinanze, in funzione antidegrado e contro le illegalità, adottate dai Prefetti che intervengono per rimuovere una oggettiva criticità, concretamente manifestatasi, per il tempo ritenuto strettamente necessario alle esigenze rilevate».

 

Immediata la replica di Luigi Di Maio: «Io sono dell'opinione che chi governa lo scelgono i cittadini. E' l'abc della democrazia. Esprimi un voto e poi giudichi al termine del mandato. Io la vedo così. E' il voto a scegliere chi governa».

 

Intervengono anche i sindaci, il presidente dell'Anci, Antonio Decaro dice «Noi sindaci amministriamo ogni giorno, tra mille difficoltà e non abbiamo bisogno di essere commissariati da nessuno», e aggiunge: «Il ministro non perde occasione per prendersela con i sindaci che invece dovrebbe considerare come suoi alleati, perché sono gli unici a conoscere il territorio».

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