Giustizia Quotidiana

A Torino processati cinque anarchici per pacchi bomba

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La corte d’Assise di Torino, presieduta dal giudice Alessandra Salvadori, ha condannato cinque persone per azioni criminose riportabili ad organizzazioni anarchiche, assolvendone diciotto.

Il processo era scaturito dall'operazione Scripta Manent condotta dalla Digos piemontese per una serie di pacchi esplosivi inviati tra il 2003 e il 2016 dalla Federazione Anarchica Informale a politici, giornalisti e istituzioni. Tra i minacciati l’ex sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, l’ex sindaco di Torino e attuale presidente di Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, il questore di Lecce Giorgio Manari e il direttore del quotidiano “Torino cronaca Giuseppe Fossati.

La Digos ha accertato che proprio a Torino la FAI (da non confondere con la Federazione Anarchica Italiana, non sovversiva) manteneva una delle sue sedi da cui operava tramite proprie cellule e mantenendo i rapporti con altri nuclei internazionali.

In prigione sono finiti Anna Beniamino, condannata a 17 anni, Alfredo Cospito a 20 anni, Nicola Gai a 9 anni, Marco Bisesti, a 5 anni, Alessandro Mercogliano a 5 anni. Le accuse andavano dall'associazione con finalità terroristiche, strage, istigazione a delinquere e attentati eversivi.  Tuttavia i giudici hanno limato le accuse, cancellando l'istigazione a delinquere legata alla propaganda e altri fatti già discussi in altri processi.

Il pm Roberto Sparagna, durante l’arringa finale, ha dimostrato tutte le sue preoccupazioni verso il movimento anarchico: «Le cellule anarchiche delle Fai-Fri sono la Champions League dell'eversione e i suoi appartenenti rispondono di terrorismo mentre per l'operazione di sgombero dell'Asilo si parla di associazione sovversiva. Le Fai-Fri sono una struttura che spara e mette bombe. Sono i più pericolosi».

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