Giustizia Quotidiana

Il caso Cascini scuote l’ANM

Apparentemente le dichiarazioni del segretario nazionale dell’Associazione Magistrati, Giuseppe Cascini, esponente di punta di Magistratura democratica, sono passate in modo “indolore” all’interno del sindacato delle toghe. Non è affatto così. Che cosa aveva detto Cascini? «A mio avviso questa maggioranza non ha legittimità storica, politica, culturale e anche morale per affrontare la riforma della giustizia». I vertici degli avvocati hanno definito la situazione sconfortante, la politica di centro destra ha bollato quelle parole come eversive (copyright Cicchitto) e la sinistra le ha criticate ma come sempre in separata sede, perché per adesso i magistrati vanno bene visto che perseguono Berlusconi. La seduta del comitato direttivo centrale dell’Anm di sabato, poi, pur attraversata da intendimenti di rivalsa nei confronti di Cascini, è finita in un sostanziale “volemose bene” dopo che Cascini ha sostanzialmente fatto marcia indietro chiedendo scusa per aver parlato da tribuno della plebe ad una manifestazione di un partito della sinistra (Sel). Tutto finito? Proprio per niente. Nelle mailing list dei magistrati sono in molti a criticare le parole del segretario nazionale. Grande è il malessere delle due grandi correnti moderate, Unità per la Costituzione e Magistratura indipendente.
La richiesta di dimissioni di Cascini non è stata formalizzata per un soffio ma la posizione del magistrato romano è posta fortemente in discussione secondo il seguente ragionamento, prevalente tra i giudici (non certo tra i pm): “Il segretario dell’associazione magistrati deve categoricamente evitare di assumere posizione politiche che vanno ben oltre l’equilibrio istituzionale che egli dovrebbe sempre mantenere. Se si trascina l’associazione magistrati nelle beghe dello scontro politico, se si trasforma l’Anm in partito politico noi togati che non apparteniamo a Magistratura democratica o al Movimento per la Giustizia (le correnti di sinistra interne all’Anm) non ci stiamo. Se Cascini intende svolgere il proprio ruolo dentro l’Anm per trasmettere la falsa idea che siamo tutti toghe rosse contrarie a qualsiasi ipotesi di riforma egli non fa altro che danneggiare l’immagine dei magistrati italiani che sono i primi a voler migliorare il sistema giustizia, ma passando attraverso soluzioni vere e non propagandistiche. Se a Palamara sta bene il muro contro muro Cascini-Cicchitto, noi siamo invece interessati a misurarci con i problemi veri.”

 

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