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Giulio Regeni, diffuso video dell’ultima conversazione con sindacalista che lo denunciò ai servizi segreti egiziani

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Scritto da Super User

regeni-secret-video-large trans NvBQzQNjv4BqqVzuuqpFlyLIwiB6NTmJwfSVWeZ vEN7c6bHu2jJnT8La tv egiziana “Sada El Balad”, ieri, 23 gennaio 2017 ha trasmesso un video che vede protagonista Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto, in una delle sue ultime testimonianze. Nel girato è possibile riconoscere distintamente il ricercatore friulano intento a dialogare con il presidente del sindacato dei venditori ambulanti egiziani, Mohamed Abdallah. L’uomo chiede denaro per curare la propria moglie malata di cancro. Regeni, rifiutando la proposta, prospetta però la possibilità di finanziare il sindacato e i suoi “bisogni“.

 

Il video, datato 6 gennaio 2016 con una apparecchiatura in dotazione alla polizia del Cairo (nascosta in un bottone della camicia di Abdallah), è stato girato all’insaputa del ricercatore italiano. Per chi indaga in Italia sull’omicidio ciò confermerebbe il coinvolgimento della polizia nella realizzazione del video.

Nel filmato originario, che ha una durata effettiva di un’ora e 55 minuti, Il colloquio lingua araba, tra Regeni e il sindacalista è di circa 45 minuti. Durante la conversazione, il ricercatore universitario propone al sindacalista un progetto di finanziamento di 10 mila sterline a favore delle iniziative degli ambulanti ma si mostra inflessibile alle proposte di Abdullah di destinare il denaro ad altri scopi.

Il video mostra il volto di Regeni, che in un buon arabo dialoga con un uomo che parla egiziano e che evidentemente tiene un telefonino seminascosto. Primo video di Regeni con il presidente del sindacato dei venditori ambulanti”, è scritto in sovrimpressione.

Di seguito le parti più rilevanti del colloquio:

Il sindacalista: «Mia moglie ha il cancro e deve subire un’operazione e io devo cercare denaro, non importa dove».

Regeni: «Il denaro non è mio. Non posso usare soldi per nessun motivo perché sono un accademico. I soldi arrivano attraverso la Gran Bretagna, ed io non posso utilizzarli a mio piacimento perché sono un accademico e non posso comunicare all’istituto britannico che intendo usare i soldi per fini personali. A me interessa proseguire nel mio progetto di ricerca e che voi, come venditori ambulanti, fruiate del denaro in modo ufficiale, come previsto dal progetto e dai britannici. Questo è l’importante per me. Non ho altri interessi. Ed è per questo che voglio che proponi idee e dopodiché discutiamo i particolari. Ho però prima bisogno di proposte. Se sul piatto si mette una buona idea e intendiamo ottenere sovvenzionamento, sempreché ce li concedano, mi auguro di sì, allora ci saranno eventualmente molti progetti provenienti da diverse parti del mondo per i quali poter ottenere del denaro».

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