Apre domani a Modena il Festival della giustizia penale, ma a far discutere è la presenza di Amanda Knox, la giovane studentessa di origine statunitense al centro del lungo conflitto giudiziario intorno all’omicidio Meredith Kercher, la collega inglese con cui viveva in coabitazione mentre studiava presso l’Università di Perugia, come relatrice.
La giovane dovrebbe arrivare domani a Milano accompagnata dalla madre Edda Mellas e dal fidanzato Cristopher, per poi raggiungere Modena sabato. Nel frattempo nella città emiliana numerosi giornalisti provenienti dagli Stati Uniti si sono accreditati per assistere al suo intervento sabato al Forum Monzani.
Numerose le polemiche. Francesco Maresca, avvocato rappresentante della famiglia Kercher, ha parlato di «Una scelta inopportuna la sua, – Knox – non cerchi consensi», così come la professoressa Maria Grazia Modena, condannata e poi completamente riabilitata dopo il processo Cardiologia la quale ha rilevato il suo mancato invito a parlare degli “errori giudiziari”, tema che sarà affrontato nella manifestazione.
L’evento, voluto dalla Camera Penale di Modena Carl’Alberto Perroux e dall’associaizone Italy Innocence Project comincerà domani giovedì 13 giugno e si concluderà sabato 15 giugno, con una serie di incontri e relatori internazionali, chiamati a portare l’attenzione dei media, dei cittadini e degli addetti ai lavori sui temi della giustizia penale. Il chiostro del Dipartimento di Giurisprudenza ospiterà il cocktail inaugurale e lo spettacolo di musica e danza dal titolo Specchi infranti di libertà. Venerdì si parlerà dell’errore giudiziario, di testimonianze di errori giudiziari a “storie di innocenti in carcere”, “non voltarti indietro” e “tempo rubato” (quest’ultimo raccontando la testimonianza di una condannata a morte), dell’uso della prova scientifica, dell’uso delle impronte e del DNA, dell’intelligenza artificiale, del rito penale e dell’Affare Dreyfus. Sabato, oltre all’incontro con Amanda Knox, si terrà un incontro sul giornalismo d’inchiesta come supporto alla riapertura di casi giudiziari, sulla pena di morte, sull’uso della privacy, sul sistema giudiziario americano e sull’arringa di Raymond De Sèze in difesa del re di Francia Luigi XVI.