Si sono concluse ieri pomeriggio le operazioni di scrutinio per l’elezione dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura. Con in campo quattro liste e in lizza sedici poltrone, il risultato migliore è quello della corrente dei moderati, Magistratura Indipendente, che guadagna due togati in più. Poi Unità per la Costituzione, la lista di ispirazione centrista, conferma i suoi cinque rappresentanti, mentre l’exploit di Piercamillo Davigo, primo tra gli eletti per i giudici di merito, non riesce a trainare la sua nuova corrente, Autonomia & Indipendenza, che non conquista nessun’altra poltrona. Débâcle, invece, per le correnti di sinistra riunite in Area, che viene anche tagliata fuori dai posti riservati ai giudici di legittimità, stessa sorte toccata a UniCost.
Incetta di voti dunque per il pm di Mani Pulite, Davigo, mentre tutti i candidati in quota A&I rimangono fuori da tutti i giochi. Per i giudici di legittimità, oltre a Davigo che ha ricevuto 2.522 voti, è stata eletta anche Loredana Micciché, di Magistratura Indipendente.
La magistratura di merito sarà invece rappresentata da Marco Mancinetti, Michele Ciambellini, Gianluigi Morlini e Concetta Grillo di Unicost, che siederanno accanto a Paola Maria Braggion, Corrado Cartoni e Paolo Criscuoli di MI, insieme a Alessandra Dal Moro, Mario Suriano e Ciccio Zaccaro di Area.
Per i posti riservati ai pm, il record di preferenze con 1.997 voti è per il candidato di MI Antonio Lepre, sostituto procuratore a Paola. Il record negativo è invece registrato da Sebastiano Ardita: riceve infatti solo 1.291 voti il procuratore aggiunto di Catania espressione di A&I. A pochi voti da Lepre troviamo poi con 1.928 preferenze il pm del processo Mafia Capitale ed ex segretario dell’Anm, Giuseppe Cascini, indicato da Area. Sulle poltrone dei pubblici ministeri siederà infine Luigi Spina, sostituto procuratore a Castrovillari e candidato fra le fila di Area: riceve 1.770 voti.
Gli analisti spiegano come il dato che più risalta dal quadro dei risultati è proprio la sconfitta di Area. Secondo la segretaria nazionale, Cristina Ornano, sul risultato ha pesato «il contesto politico generale del Paese». Inoltre, prosegue Ornano, «un altro elemento da tenere in considerazione è stata l’affermazione di Piercamillo Davigo, candidato particolarmente noto, il cui credito e successo personali non hanno avuto però corrispondenza nel risultato complessivo del suo stesso gruppo».
Esultano invece i vincitori di questa tornata, le toghe di Magistratura Indipendente. In una nota diffusa a firma del segretario generale Antonello Racanelli e del presidente Giovanna Napoletano, infatti, si legge che MI «esprime soddisfazione per il risultato storico, che vede quasi raddoppiare il numero dei componenti, passati da 3 a 5, e, dopo oltre 20 anni, la presenza all’interno del Consiglio di un giudice di legittimità espresso dal nostro gruppo». «Ha vinto un gruppo di magistrati – continua la nota – che ha una gloriosa tradizione e valori e principi sempre attuali, abituati a lavorare in silenzio». Sul risultato di Davigo, MI fa sapere che «la grande differenza tra i voti presi dal collega e i voti presi dai rappresentati di A&I è significativa del carattere personale del risultato, dovuto, forse, anche alla sua notevole visibilità mediatica». Tra le fila del gruppo anche Corrado Cartoni, neoeletto al Csm, che spiega la vittoria di MI sostenendo che «i magistrati premiano non chi va cercando la ribalta televisiva o il clamore, ma chi lavora seriamente per cercare di risolvere i problemi della categoria e del sistema giustizia». MI riesce a portare al csm anche Loredana Miccichè, che in una nota evidenzia come solo il suo gruppo sia riuscito a eleggere tutti i candidati espressi, al contrario di Area, Unicost e A&I.