Economia

Web tax, il parere del Fondo monetario internazionale

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Luce verde sulla web tax dal Fondo monetario internazionale (Fmi). È quanto si apprende dagli studi preparativi agli Spring Meetings del Fmi. L'istituto si dice d’accordo sulla necessità di tassare le grandi imprese multinazionali che lavorano in rete come Google, Facebook o Amazon. Tuttavia, le soluzioni locali adottate da paesi come Italia e Israele non incontrano i favori degli analisti. 

La questione sulla cosiddetta web tax è considerata dal Fmi come «urgente», ma il come è ancora «controverso». «I governi – spiega il fondo – dovrebbero tassare gli utili di aziende globali come Amazon, Apple, Facebook e Google, così come aziende meno conosciute, che offrono servizi a così tanti cittadini nel mondo utilizzando tecnologie digitali». Nel capitolo analitico del suo Fiscal monitor, l’istituto ha inserito un capitolo due intitolato “Il governo digitale”, all’interno del quale mette in luce che «la natura transnazionale delle attività digitali potrebbe forzare un modo nuovo di pensare all'architettura tributaria internazionale». «L'espansione delle piattaforme digitali – continuano dal fondo – potrebbe richiedere un nuovo approccio fiscale relativo ad assicurazioni sui redditi», lasciando intendere la necessità di nuovi meccanismi pubblici di sostegno per i redditi

La via da intraprendere, però, non è quella battuta dall’Italia. Vitor Gaspar, direttore del dipartimento degli affari fiscali del Fmi, punta il dito contro soluzioni «non coordinate», incapaci di fornire una risposta adeguata. Ad una economia che sta diventando digitale, secondo Gaspar, devono corrispondere soluzioni globali. D’accordo con il direttore è la sua vice, Genevieve Verdier, cofirmataria del report in un blog che accompagna il capitolo analitico del Fiscal monitor dedicato alla digitalizzazione. «Aziende come Google, Apple, Facebook e Amazon – si legge nel report – sono finite nell'occhio del ciclone ma le aziende digitali ci circondano ovunque».

«Quei gruppi – concludono dal Fmi – generano le vendite con ben poca presenza fisica. Beneficiano del valore creato dagli utenti (l'utilizzo di app su smartphone genera liberamente informazioni di valore). I governi possono e devono tassare un tale valore laddove il consumatore risiede, anche se l'azienda ha la sua sede fisica altrove?». Al problema dell’equità dei sistemi fiscali attuali, quindi, secondo Gaspar e Verdier bisogna rispondere con soluzioni globali e coordinate

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