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È morto Giovanni Galloni, storico esponente della Dc ed ex Ministro dell’Istruzione

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È scomparso Giovanni Galloni, storico esponente della Democrazia Cristiana, sei volte eletto alla Camera dei deputati, ex Ministro dell’Istruzione dal 1987 al 1989 nei governi Goria e De Mita e vicepresidente del Csm.

Nato a Paternò (in provincia di Catania), avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 16 giugno. Laureato giovanissimo all’Università di Bologna in giurisprudenza fu docente di diritto agrario all’università di Napoli, Firenze e Roma Tor Vergata.

Galloni fu uno dei principali fondatori della corrente di sinistra della Democrazia cristiana, ricoprendo, tra gli anni ’60 e ’70 i ruoli di vicepresidente del partito e per due volte il ruolo di vicesegretario. Membro della “banda dei quattro”, come viene definito con Corrado Belci, Guido Bodrato e Beppe Pisanu il gruppo dei più vicini all'allora segretario dc Benigno Zaccagnini.

Fu direttore dal 1982 al 1986 del quotidiano della Dc, “Il Popolo”, e vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura (Csm) dal 1990 al 1994.

Cordoglio è stato espresso dal Presidente della Repubblica Sergio Matarella: ‹‹Galloni è stata una personalità politica competente, autorevole, fedele ai principi della Costituzione e a quei propositi di ampliamento delle basi democratiche, di crescita delle opportunità sociali, di riduzione delle diseguaglianze che sono connaturati con il disegno costituente››.

Anche l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è associato al dolore dei familiari e degli amici: ‹‹Galloni è stato appassionato e convinto sostenitore di una assai significativa corrente di sinistra della Democrazia cristiana, divenendo uno dei principali esponenti di quel partito, nella sua dialettica interna e nelle sue funzioni centrali di governo. Ne ricordo con rispetto e oggi con rammarico i rapporti di comprensione e di confronto che ci unirono››.

Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm, ha ricordato la guida di Galloni all’organo di autogoverno della magistratura nei primi anni ’90: ‹‹Riuscì ad assicurare una guida salda ed efficace al Consiglio Superiore della Magistratura in una delle fasi più drammatiche della storia repubblicana, garantendone l'autonomia e la capacità di essere riferimento solido della magistratura durante gli anni delle stragi mafiose e del difficile rapporto tra politica e magistratura››.

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