Giustizia Quotidiana

Dj Fabo, la procura chiede l’archiviazione per Cappato: “Suicidio assistito non viola diritto alla vita”

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I pubblici ministeri di Milano, Siciliano e Arduini, hanno chiesto l'archiviazione per Marco Cappato, indagato per aiuto al suicidio in relazione alla morte avvenuta in Svizzera di dj Fabo il 27 febbraio scorso. Il giorno dopo la morte di Fabiano Antoniani grazie al suicidio assistito in una clinica vicino a Zurigo, infatti, l'esponente radicale e tesoriere dell'associazione Luca Coscioni si era autodenunciato ai carabinieri della compagnia Duomo di Milano per avere accompagnato dal capoluogo lombardo in auto fino in Svizzera dj Fabo, 39 anni, cieco e tetraplegico da 3 anni. Dopo l' autodenuncia è partita l'inchiesta della Procura di Milano.

"Le pratiche di suicidio assistito non costituiscono una violazione del diritto alla vita quando siano connesse a situazioni oggettivamente valutabili di malattia terminale o gravida di sofferenze o ritenuta intollerabile o indegna dal malato stesso". Lo si legge nella richiesta di archiviazione per Marco Cappato presentata dalla Procura di Milano. Per i pm "non pare peregrino affermare che la giurisprudenza anche di rango costituzionale e sovranazionale  ha inteso affiancare al principio del diritto alla vita tout court il diritto alla dignità della vita inteso come sinonimo dell'umana dignità". Secondo la Procura, dunque, Cappato avrebbe avuto una condotta che si è limitata al mero trasporto di chi voleva esercitare un proprio diritto.

«Prendo positivamente atto della richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Milano dopo le indagini svolte nei miei confronti in merito alla morte di Fabio Antoniani – ha commentato Cappato dopo aver appreso la notizia – . In attesa della decisione del gip, posso confermare che è in corso e continuerà l’azione di aiuto alle persone che vogliono ottenere, in Italia o all’estero, l’interruzione delle proprie sofferenze, eventualmente anche attraverso l’assistenza medica alla morte volontaria in Svizzera».

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