Giustizia Quotidiana

Dissequestrata dal Gip di Ragusa la nave della ong spagnola

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Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ragusa, Giovanni Giampiccolo, ha disposto il dissequestro della nave della ong spagnola “Proactiva Open Arms”, rifiutando così la richiesta della Procura. La nave, ferma nel porto di Pozzallo dal 18 marzo, aveva salvato 218 migranti nella sua ultima missione. Era stata la Procura distrettuale di Catania a disporre in primo luogo il sequestro dell’imbarcazione, misura convalidata poi dal Gip catanese. Adesso gli atti sono passati per competenza al palazzo di giustizia di Ragusa.  

 «Entrambe le condotte contestate tenute sia in zona Sar libica sia in zona Sar Malta, si risolvono in una disobbedienza alle direttive impartite dalle autorità preposte al coordinamento dei soccorsi, – leggiamo nel decreto di rigetto del Gip ragusano – anche allo stato delle risultanze investigative disponibili e delle contestazioni difensive, che però non vale a impedire la configurabilità della causa di giustificazione dello stato di necessità». «A parere di questo giudice – continua il magistrato – le operazioni Sar di soccorso non si esauriscono nel mero recupero in mare dei migranti, ma devono completarsi e concludersi con lo sbarco in un luogo sicuro come previsto dalla Convenzione Sar siglata ad Amburgo il 1979». Secondo il Gip, per luogo sicuro s’intende quello dove le persone soccorse non sono più in pericolo di vita e possono essere curate e accudite. In conclusione, il giudice ricorda come in Libia vi sia un altissimo livello di casi di violazione dei diritti umani

«Sono felice, finalmente abbiamo avuto ragione, come abbiamo sempre sostenuto, ma non era scontata una decisione del genere» commenta l'avvocato Rosa Emanuela Lo Faro, difensore del comandante Marc Reig Creus. «Tutto è bene quello che finisce bene, – continua l’avvocato Alessandro Gamberini – ma abbiamo vinto una “battaglia”, credo che la guerra legale non finisca oggi, ma continuerà e sarà lunga».  Gamberini è il legale del capo missione, Ana Isabel Montes Mier

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