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Discorso di fine anno, Mattarella: “Basta odio e divisioni, riscopriamoci comunità”

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«Non dobbiamo aver timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore la nostra società». È questa, senza dubbio, una delle frasi più significative del consueto discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Mattarella sceglie di parlare agli italiani di sentimenti, dopo un anno vissuto nevroticamente dalla politica, denso di tensioni sociali e casi di cronaca. In 14 minuti dal suo studio "alla Palazzina" (la location scelta quest’anno è diversa da quella che gli faceva da sfondo gli scorsi anni, ma non è affatto causale) il presidente della Repubblica si rivolge ai cittadini della penisola cercando di risvegliare quel senso di comunità che sembra essere prepotentemente scomparso dal sentire comune. Con il suo tono garbato e solenne affrontata tutti i temi caldi che hanno animato il dibattito politico e civile nell’ultimo anno.

«Sentirsi comunità – premette sin dall'inizio Mattarella – significa responsabilità, perché ciascuno di noi è protagonista del futuro del nostro Paese. Ma vuol dire anche essere rispettosi gli uni degli altri. Vuol dire essere consapevoli degli elementi che ci uniscono e nel battersi, come è giusto, per le proprie idee rifiutare l'astio, l'insulto, l'intolleranza, che creano ostilità e timore». Comunità è la parola chiave di questo quarto messaggio di Mattarella. E su questo concetto insiste: «sentirsi comunità significa condividere valori, prospettive, ma anche diritti e doveri». Il capo dello Stato piuttosto che tracciare un bilancio del 2018 preferisce proiettarsi nel 2019 ma lo fa togliendosi alcuni sassolini dalla scarpa, uno su tutti l’approvazione in super ritardo della legge di Bilancio. L’ennesima occasione per ricordare la centralità del Parlamento nell’iter legislativo. «Mi auguro vivamente che il Parlamento, il Governo, i gruppi politici trovino il modo di discutere costruttivamente su quanto avvenuto; e assicurino per il futuro condizioni adeguate di esame e di confronto», premette il presidente che poi aggiunge: «La grande compressione dell'esame parlamentare e la mancanza di un opportuno confronto con i corpi sociali richiedono adesso un'attenta verifica dei contenuti del provvedimento».

Appare evidente come non sarà più tollerato un esautoramento del Parlamento. Il messaggio è chiaro, ci si augura che i membri del governo non facciano orecchie da mercante. Adesso spetterà anche al Quirinale vigilare sul dispiegarsi della manovra che necessita' ancora dei decreti di attuazione.

Terminato l’unico passaggio politico, Mattarella torna ad appellarsi al cuore degli italiani,  ai sentimenti, ai diritti e ai doveri della comunità. E uno dei sentimenti che agitano gli italiani è proprio la paura. Il presidente chiarisce subito che è semplicemente un diritto di tutti. «La domanda di sicurezza è particolarmente forte in alcune aree del Paese, dove la prepotenza delle mafie si fa sentire più pesantemente. E in molte periferie urbane dove il degrado favorisce il diffondersi della criminalità». Per cui «non sono ammissibili zone franche dove la legge non è osservata e si ha talvolta l'impressione di istituzioni inadeguate, con cittadini che si sentono soli e indifesi». Ma non è tutto così semplice e il capo dello Stato cerca di indurre riflessione agli italiani in attesa di stappare lo spumante: infatti «la vera sicurezza si realizza, con efficacia, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza». «Sicurezza – aggiunge – è anche lavoro, istruzione, più equa distribuzione delle opportunità per i giovani, attenzione per gli anziani, serenità per i pensionati dopo una vita di lavoro».

Prima di salutare, il capo dello Stato dedica un pensiero e augura un buon anno agli italiani in patria e all'estero e anche «ai cinque milioni di immigrati che vivono, lavorano, vanno a scuola, praticano sport, nel nostro Paese». Serve quindi «l’Italia che cuce e ricuce», che non si vergogna dei buoni sentimenti e che non deve mai dimenticare che l'enorme debito pubblico "ipoteca" il futuro dei nostri figli. C’è spazio ancora per riflessioni di grande attualità: ad esempio evitare «le tasse sulla bontà», come quella introdotta in manovra (raddoppio dell’Ires sulle no profit) e sulla quale il governo si è impegnato a intervenire in tempi rapidi. O quella sul Servizio sanitario nazionale che «è stato – ed è – il grande motore di giustizia, un vanto del sistema Italia. Un patrimonio da preservare e da potenziare». Un passaggio che molti leggono come paletto a forme esasperate di autonomia. E non manca un accenno alla violenza nel mondo del calcio che «autorità pubbliche e club hanno il dovere di debellare». La chiusura del discorso è tutta per le prossime elezioni europee. «Mi auguro che la campagna elettorale si svolga con serenità e sia l'occasione di un serio confronto sul futuro dell'Europa». Perchè l'Italia ha scelto l'Europa e deve essere «protagonista» del suo cambiamento. Dall'interno, non dall'esterno.

Plauso bipartisan da parte della politica al discorso presidenziale. Il discorso di Mattarella viene accolto da un coro di condivisioni, anche se ognuno sottolinea un passaggio piuttosto che un altro, e le opposizioni notano soprattutto il richiamo alla centralita' del Parlamento, dopo le dure proteste per i tempi ristretti dedicati all'esame della manovra. A caldo il ministro dell’Interno Matteo Salvini assicura: «Condivido le riflessioni del Presidente e le faccio mie, col lavoro che ho già fatto e quello che farò nei prossimi mesi». Salvini cita espressamente «più sicurezza, più lavoro, più attenzione agli ultimi, diritto alla salute, allo studio e ad uno sport sano e civile, un'Europa diversa più attenta ai cittadini e non più schiava della finanza e delle multinazionali». Più riflessivo il commento di Luigi Di Maio: «L’attenzione a chi è più debole, l'importanza del lavoro e della sicurezza sono temi che, come Governo, continueremo a portare avanti».

Il trionfo sui social

Picco in tv e sui social per il discorso di fine anno di Sergio Mattarella trasmesso a reti unificate su Rai1, Rai2, Rai3 e Rainews24, dalle 20.30 alle 20.44 e in onda anche su Canale 5 e Rete4. Sui canali Rai gli spettatori sono stati 6 milioni 790mila, con uno share del 40%, in aumento rispetto all'anno scorso. Su Rai1 la diretta è stata vista da 5 milioni 133mila spettatori con uno share del 30,3%, su Rai2 da 777mila spettatori (4,6%), su Rai3 da 821mila spettatori (4,8%), RaiNews24 ha registrato lo 0,34% di share con 59mila persone collegate. Su Canale 5 il messaggio del Capo dello Stato è stato visto da 2 milioni 634mila spettatori con share al 15,6%, su Rete4 da 359mila spettatori, pari al 2,1% di share. Complessivamente il dato vola oltre 10 milioni di telespettatori. Sull'account Twitter del Quirinale il discorso del presidente ha fatto registrare finora (ma i numeri sono ancora in aumento) 3,5 milioni visualizzazioni. Il messaggio di Capodanno del presidente della Repubblica è stato probabilmente il più visto ascoltato e twittato dei quattro discorsi che finora Mattarella ha tenuto nel corso del suo mandato.

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