La Camera dei Deputati ha vissuto un momento di tensione ieri, con la bocciatura della risoluzione sullo scostamento di bilancio, a causa delle numerose assenze tra i deputati della maggioranza. La mancanza di voti ha portato ad un “brutto scivolone”, come dichiarato dalla premier Giorgia Meloni da Londra, costringendo la maggioranza a una corsa contro il tempo per completare le procedure entro il primo maggio.
Per ovviare a questa situazione, è stato convocato un Consiglio dei Ministri straordinario che ha approvato una nuova relazione sullo scostamento di bilancio. La relazione è stata successivamente approvata anche dalla commissione Bilancio della Camera, ma il testo dovrà tornare in Aula per una nuova votazione oggi.
Nella nuova relazione approvata dal Consiglio dei Ministri, il governo ha confermato i saldi di bilancio e l’extra deficit di 3,4 miliardi nel 2023 e 4,5 miliardi di euro nel 2024. Questa somma sarà destinata a finanziare il taglio del cuneo fiscale, a favore dei lavoratori e delle famiglie con figli, sottolinea il governo.
L’Assemblea di Montecitorio è stata convocata alle 9 del mattino, mentre l’Aula di palazzo Madama si riunirà alle 14. Camera e Senato dovranno completare l’esame entro sabato per ottenere l’approvazione del Def e dello scostamento di bilancio. Si tratta di uno sprint necessario per poter convocare la riunione del Consiglio dei ministri come programmato per il primo maggio, al fine di varare il decreto legge che conterrà i tagli al costo del lavoro.
Ma cosa è successo esattamente ieri? Dopo sei mesi di governo, la coalizione di maggioranza è andata per la prima volta in minoranza in Parlamento riguardo allo scostamento di bilancio. Per soli sei voti, il centrodestra non ha raggiunto il quorum richiesto di 201 voti favorevoli (la maggioranza assoluta) e si è fermato a 195 voti favorevoli. Astenuti sono stati 105 deputati del Pd, M5S e Terzo polo, ad eccezione di Roberto Giachetti che ha votato a favore, mentre i contrari sono stati 19 deputati di Avs.
Molteplici, infatti, sono stati gli assenti del centrodestra, alcuni giustificati altri no: non hanno partecipato 14 deputati di Fratelli d’Italia, di cui 9 in missione, altri 14 di Forza Italia, di cui 5 in missione, e 15 tra le fila della Lega, di cui 4 in missione. Questo esito ha comportato l’impossibilità di procedere alla successiva votazione sulle risoluzioni al Def.
Questa è stata una battuta d’arresto per la maggioranza e il governo, ma la premier Giorgia Meloni non considera l’accaduto come un segnale politico significativo. Invece forti critiche sono state riportate dalla segretaria del Pd Elly Schlein, che ha commentato: «Delle due l’una: o siamo di fronte a un episodio di imperdonabile sciatteria o alla prova conclamata delle divisioni della maggioranza. In entrambi i casi si dimostra la totale inadeguatezza di questo governo e di questa maggioranza, che dovranno risponderne davanti al Paese. Siamo al dilettantismo, il problema è che lo pagano l’Italia e la sua credibilità».