Politica

Dalle urne polacche voglia di centro

donald-tusk-poland-_673868c
Scritto da vocealta

donald-tusk-poland-_673868cStupisce un osservatore italiano, abituato ad affluenze al voto oceaniche, sapere che in una Polonia non poi così dissimile dall’Italia sotto molti aspetti, l’affluenza al voto ha raggiunto circa il 50%. Benché possa apparire strano che praticamente un polacco su due non voglia scegliere il proprio Parlamento, ciò non è anomalo rispetto alla specificità di questo grande Stato dell’Europa orientale.

Affluenza a parte, comunque, con oltre il 99 per cento delle schede scrutinate, la formazione liberale Piattaforma Civica del premier Donald Tusk si conferma la vincitrice delle elezioni politiche di ieri in Polonia, essendosi aggiudicata 206 seggi su 460 alla Camera dei Deputati. I suoi alleati del Partito dei Contadini ne hanno conquistati ulteriori 28, il che significa che la coalizione centrista uscente nella camera bassa del Parlamento di Varsavia potrà contare sulla maggioranza, ma per non più di quattro seggi. Ciò nonostante, nel commentare l’esito della consultazione il presidente polacco Bronislaw Komorowski, anch’egli esponente di Piattaforma Civica, si è detto fiducioso nel fatto che la formazione di un nuovo esecutivo sarà «rapida» e senza problemi di sorta.

D’altra parte a Komorowski, come a Tusk e persino a Kaczynski non sfugge il dato politico più importante di questa espressione del popolo polacco: per la prima volta dal 1989 la Polonia avrà avremo uno stesso governo, e perfino un’identica coalizione, riconfermati per il secondo mandato. La situazione politica e le preferenze degli elettori in Polonia, dunque, tendono a stabilizzarsi e c’è fiducia nell’opinione pubblica che ciò possa favorire gli stessi progetti modernizzatori. In queste ore sociologi e analisti polacchi dicono che ormai qualunque prossima vittoria del partito “Legge e Giustizia” sarà improbabile, perché la forza di Kaczynski non è riuscito a distaccarsi dal radicalismo e dal carattere di imprevedibilità agli occhi dei polacchi.

Quindi sono ormai alle spalle i tempi delle guerre donchisciottesche dei fratelli Kaczynski e della loro Polonia contro una parte della società polacca e contro di volta in volta i tedeschi o i russi o i cechi.

I polacchi nelle urne hanno chiesto modestia e normalità, non la tensione e demolizione dell’intero sistema politico nel nome di una troppo urlata «dignità» e di una troppo stereotipata «storia».

Se dovessimo ricorrere alle categorie italiane per leggere la politica polacca potremmo dire che a Varsavia la sinistra è sparita e che le elezioni le ha vinte… il centro! Non dunque la politica radicale di Legge e Giustizia ma la linea moderata, riformista e pragmatica di Tusk e di Piattaforma Civica.

(commento tratto da www.caravella.eu)

Riguardo l'autore

vocealta