Saranno dai tre ai dieci anni in una prigione statale quelli che dovrà scontare Bill Cosby, il celebre attore statunitense accusato di aggressione sessuale nei confronti di Andrea Constand, una ex dipendente della Temple University. Cosby era stato già condannato nei mesi scorsi, rendendo quella del tribunale della Pennsylvania la prima sentenza penale in un caso di molestie nell’era del movimento #metoo.
L’udienza si è tenuta nel tribunale di Norristown, presieduta dal giudice Steven O’Neaill che aveva descritto Cosby come un «violento predatore sessuale», preannunciando la svolta durissima che l’intera vicenda stava prendendo. L’accusa è stata determinata nel chiedere una pena tra i cinque e i dieci anni in prigione, mentre la difesa cercava di ottenere gli arresti domiciliari. E invece, neanche il fatto che l’attore sia ormai 81enne ha alleggerito la decisione del giudice, che ha affermato: «Nessuno è sopra la legge, è il momento di fare giustizia». Nessuna cauzione, inoltre, per la scarcerazione del protagonista de I Robinson, ma una multa di 25mila dollari.
Sulla decisione del giudice – stando alle cronache locali – avrebbe pesato non poco la testimonianza della vittima, Andrea Constand, nella quale la sofferenza e le ripercussioni dell’aggressione erano assai vivide. Non è l’unica accusa per Cosby, altre 60 donne lo hanno accusato di violenze, ma non è stato possibile istruire i relativi processi per via del lungo tempo trascorso dai fatti. Il metodo – stando a quanto ricostruito – sarebbe sempre lo stesso: l’attore invitava le vittime a casa con la prospettiva di aiutarle nella loro carriera, offriva loro un cocktail contenente sonniferi e quindi le molestava senza nessun rischio che loro si ribellassero. L’opinione pubblica statunitense non ha ancora superato lo shock: colui che per anni è stato il simbolo della famiglia, rasserenante e rassicurante, si è tramutato in un mostro dalle imperdonabili gesta.