Durissima sentenza della Corte d’appello del Tribunale di Napoli che ha combinato pene per un totale di cinque secoli ai boss dei clan delle zone di Forcella e dei Decumani protagonisti della “paranza dei bambini”. Tra i condannati risultano anche bambini di 6, 7 e 8 anni. Con il termine “paranza” si intende l’utilizzo, da parte della Camorra, di bambini per la vendita e il controllo delle piazze di spaccio e per commettere reati efferati.
I due clan, entrati in conflitto per il controllo di una parte del centro di Napoli si sono attaccati per mesi a suon di agguati, omicidi e “stese” (raid con colpi d’arma da fuoco sparati in aria per intimidire i rivali).
Le famiglie condannate sono quelle dei Giuliano, che negli anni Ottanta fecero la guerra a Raffaele Cutolo, e quella dei Mazzarella, che, provenienti dalle periferie napoletane, rivendicavano un posto nel centro città.
Le condanne inflitte dai giudici vanno dai 6 ai 16 anni per tutti e 42 gli imputati a processo. Tra questi ricordiamo Salvatore Amirante a 8 anni, Ciro Brunetti a 12 anni, Manuel Brunetti a 16 anni, Salvatore Cedola a 16 anni. A questi si aggiungono tutti i “baby boss”: Antonio Giuliano a 16 anni, Cristiano Giuliano a 7 anni, Daniele Giuliano a 6 anni, Giuseppe Giuliano a 12 anni, Guglielmo Giuliano (classe 1991) a 14 anni, Guglielmo Giuliano (classe 1994) a 11 anni, Luigi Giuliano Junior a 14 anni, Manuel Giuliano a 14 anni e la loro mamma, Carmela De Rosa, a 6 anni.