Condanna per Falso e Ricorso in Appello
Il Tribunale di Milano ha condannato il professor Massimo Galli a 1 anno e 4 mesi di reclusione per falso. La sentenza riguarda il processo sui concorsi truccati per professori e ricercatori all’Università Statale di Milano. Galli sarebbe intervenuto sugli esiti per far vincere la competizione al suo collaboratore Agostino Riva, assolto per non aver commesso il fatto, a scapito di Massimo Puoti del Niguarda. Le accuse di abuso d’ufficio e turbata libertà di astensione sono state invece archiviate. “Ho dimenticato di correggere una data,” ha dichiarato subito l’infettivologo.
Elementi della Condanna
Per Galli, l’unico elemento che ha reso vera l’accusa risiederebbe in un errore di correzione delle ore. Il docente ha annunciato il ricorso in appello, dicendosi “assolutamente sereno”, sostenendo che la condanna per falsità sia l’unico modo per chiudere la questione. Il tribunale ha ritenuto che Galli non abbia falsificato i concorsi né abusato del proprio potere, tuttavia lo ha condannato per aver falsificato un verbale del 14 febbraio 2020, in cui gli orari di chiusura della “valutazione dei candidati” non corrispondevano alla realtà. Il giudice ha condannato Galli a 16 mesi, con concessione delle attenuanti generiche equivalenti e senza menzione della sentenza nel casellario penale.
Reazioni e Prospettive Future
Dopo la lettura della sentenza, Galli ha ribadito di aver dimenticato di correggere una data e di essersi trovato in questa situazione a causa di una intercettazione di due persone ostili nei suoi confronti, che dicevano che voleva truccare i concorsi. Ha espresso soddisfazione per l’assoluzione del suo collaboratore, descritto come “una figura emergente nella ricerca europea”. Galli è fiducioso di ottenere una assoluzione nel grado successivo di giudizio e ha collegato la falsità del verbale all’estrema confusione delle prime settimane di propagazione del Covid-19. Ha detto che in quei giorni “ero in un’attività febbrile” insieme al mio gruppo su un lavoro sulla penetrazione del virus nella popolazione umana, iniziato il 14 febbraio 2020. La confusione, ha spiegato il professore, gli ha fatto dimenticare la data contestata.
La sentenza ha scatenato reazioni contrastanti nel mondo accademico. Alcuni colleghi di Galli hanno espresso solidarietà, evidenziando la pressione e la complessità dell’attività durante l’emergenza sanitaria. Altri hanno sottolineato l’importanza di mantenere alti standard di eticità e regolarità, anche in circostanze di crisi.
Riassunto Finale
In conclusione, la sentenza rappresenta un evento che espone le tensioni e le asprezze del mondo accademico. L’infettivologo confida nella giustizia e ha intenzione di continuare la lotta legale, evidenziando la difficoltà della situazione. La comunità accademica e scientifica rimarrà in attesa degli sviluppi futuri, consapevole che è necessario assicurare la trasparenza e la correttezza nei processi selettivi.